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I sessant’anni del Ci.Ca.Sub

Nella foto: (da sinistra) Amerigo Ramacciotti, Roberto Borra e Pierlo Lilla.

TIRRENIA – Non c’è circolo sub italiano ad avere tanti titoli: un campione del mondo, sette campioni nazionali, un’infinità di alti riconoscimenti ai propri soci nel “palmares”. Ma alla fine dei conti, nel celebrare al Continental di Tirrenia i sessant’anni di vita del Ci.Ca.Sub (Circolo Cacciatori subacquei) il presidente Roberto Borra si è detto orgoglioso prima di tutto dei valori anche non sportivi degli oltre 150 tesserati. “Siamo sempre stati, siamo e saremo i primi a correre – ha ricordato Borra – dove c’è bisogno di portare aiuto”. E nella proiezione delle foto a testimonianza dei momenti storici, oltre ai vari campionati dove i livornesi hanno prevalso in giro per il mondo (dal Cile alla Croazia, dall’Australia a Tahiti) sono apparse le drammatiche testimonianze dei sub in soccorso degli alluvionati di Firenze e della valle dell’Arno nel 1966.

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Una storia, quella del Ci.Ca.Sub “Guido Garibaldi”, che s’intreccia con quella dello sport della caccia subacquea. Caccia – hanno specificato nella cerimonia – e non semplicemente pesca: perché in questa competizione l’uomo si mette nell’elemento pesce dove quest’ultimo ha maggiori chances, e lotta – si potrebbe dire – faccia a faccia, ad armi pari.

A celebrare i sessant’anni di vita dello storico club che si affaccia sul Fosso Reale dagli scali D’Azeglio, sono intervenuti anche il presidente di settore sub della Fias Alberto Azzali, il presidente onorario Giuseppe Santeusanio, il direttore tecnico Piero Lilla. Festeggiatissimo il vecchio leone Paolo Bencini, accompagnato dal figlio che l’ha seguito negli anni nelle sue grandi avventure al corallo. Ma i più festeggiati sono stati i due massimi campioni del club, Stefano Bellani e Maurizio Ramacciotti, che hanno letteralmente “falciato” i massimi titoli in tutto in tutto il mondo. E che hanno annunciato, tra la generale costernazione, di voler abbandonare da quest’anno l’agonismo. “Per l’età non più verdissima – hanno scherzato – ma in particolare perché con le nuove regole e con la rarefazione delle prede ormai la soddisfazione è minima”.

Un segnale – ha detto Borra – da valutare. Anche perché l’avvocato Marco Paggini, altro pluri-campione del circolo, ha scritto nel volume dei 60 anni di Ci.Ca.Sub un’appassionata critica alle regole imposte dall’Area Protetta della Meloria: area sempre considerata un santuario e una palestra dai sub livornesi e adesso totalmente loro proibita, anche soltanto per una pinneggiata in “gogling”.
Così si uccide – scrive l’avvocato Paggini – uno sport tra i più belli e puliti del mare.

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Pubblicato il
30 Novembre 2011

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