La Marina militare italiana in rete con 24 altre del bacino Mediterraneo
Un sistema di monitoraggio dei traffici mercantili (VRMTC) per condividere controlli e anti-pirateria- Le cerimonie di oggi a Livorno

Bruno Branciforte

Cristiano Bettini
ROMA – Formalmente parlando, non sembra niente di nuovo. Perché l’inaugurazione solenne dell’anno di studi dell’Accademia Navale, in programma per oggi mercoledì 3 novembre alle 11 nella grande palestra dell’istituto livornese, risponde a un rito ben codificato, che si ripete da oltre cent’anni.
Eppure c’è qualcosa di nuovo nel sole. Intanto la più alta autorità che presenzierà la cerimonia è il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Bruno Branciforte, accompagnato dal pari grado ammiraglio di squadra Cristiano Bettini, comandante ispettore delle scuole di formazione.

Pierluigi Rosati
Bruno Branciforte, 62 anni, è conosciuto per essere un alto ufficiale che parla forte e chiaro. Il che in tempi di crescenti problematiche finanziarie per le nostre forze armate – ma anche più in generale per il Paese nonché per tutta l’alleanza navale dell’Occidente – può essere da un certo punto di vista pericoloso, ma nell’ottica degli uomini della Marina una garanzia di sincerità. Il suo discorso, che si terrà oggi e che è stato oggetto anche di alcuni “lanci” di agenzia, non ignorerà le difficoltà di far funzionare un apparato militare sempre meno ricco, dove la stessa preparazione del personale si scontra con imbarazzanti vuoti di bilancio.
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Ma c’è anche un aspetto positivo. Delle varie forze armate italiane coinvolte sugli scenari internazionali, la Marina è quella che sta dando risultati lusinghieri, sia pure spendendo poco. E la formazione dell’Accademia Navale di Livorno è unanimemente riconosciuta tra le migliori. Come del resto la scelta – strategicamente condivisa con la classe politica, bisogna riconoscerlo – delle nuove navi e dei nuovi mezzi militari. L’esordio della portaerei “Cavour” ad Haiti, al di la dei facili effetti mediatici, ha confermato che tecnici e progettisti nazionali non hanno ancora…perso la mano a fare miracoli. E di recente al simposio veneziano “Regional Seapower” è stato riconosciuto a livello internazionale che sia nel corno d’Africa, sia negli altri teatri più o meno “caldi”, l’Italia sta facendo davvero il massimo con il minimo. Branciforte è un assertore convinto della collaborazione tra tutte le marine, anche perché non ignora che il pallino tecnologico sta velocemente passando dall’occidente all’oriente (le nuove costruzioni cinesi e in parte anche indiane lo confermano) e con la crescita del “sea power” orientale saranno quegli stessi paesi a voler cooperare contro le attività illegali (pirateria, terrorismo, immigrazione clandestina) che diventano minacciose in particolare per loro. Da qui – e probabilmente se ne parlerà anche oggi in Accademia Navale – il lancio del nuovo promettente sistema di monitoraggio marittimo (VRMTC) che collega ben 24 marine del Mediterraneo per condividere i dati del traffico mercantile, compresi gli elementi sensibili sul piano militare.
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