Parte l’Authority della Toscana per i quattro porti regionali
Un progetto complesso che riguarda Viareggio, Marina di Campo, Porto Santo Stefano e il Giglio – Nessuna interferenza con le competenze dei comuni – Il rapporto con gli scali dello Stato

Luca Ceccobao
FIRENZE – La prima a partire sembra proprio essere la Regione Toscana. Che dopo aver lanciato un “documento preliminare di proposta di legge” per la prima Authority Portuale regionale, ha cominciato uno screening di settore con le categorie dei porti interessati. E nei giorni scorsi l’assessore alle Infrastrutture Luca Ceccobao ha presieduto un incontro di concertazione sulla proposta con i sindacati regionali, primo passo per una più allargata analisi. Esito dell’incontro: le categorie economiche la Cgil e la Cisl hanno apprezzato temi e prospettive, mentre la Uil s’è detta d’accordo sul tema di fondo ma ha evidenziato alcune criticità di metodo. Se ne riparlerà.
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Il progetto della Toscana, già annunciato, è di costituire una Authority Portuale sul modello di quelle nazionali, ma che raggruppi i porti regionali con funzioni commerciali sotto un’unica istituzione di gestione e coordinamento. I porti interessati sono Viareggio, Marina di Campo (Elba), Porto Santo Stefano (Argentario) e isola del Giglio. Non è ancora completamente chiaro se lo strumento di coordinamento (e anche gestione?) avrà competenze anche di collegamento per il waterfront con le relative città (un problema estremamente delicato specie per Viareggio) anche se l’assessore Ceccobao ha assicurato ai sindacati che l’Authority regionale non interferirà con le competenze dei rispettivi comuni sui loro piani strutturali. L’affermazione è tesa a tranquillizzare quei comuni che si sono subito allarmati, temendo di perdere competenze importanti. Ma è chiaro che dovrà essere studiata una formula operativamente valida sia per impedire conflitti di competenza, sia perché la nuova Authority Portuale regionale possa funzionare e non sia semplicemente un riferimento burocratico.
L’Authority dei porti regionali si troverà ad operare – se davvero riuscirà a concretizzarsi – in una realtà costiera abbastanza atipica, quella di una Toscana che ha già in poche decine di chilometri ben tre Port Authority nazionali (Livorno, Piombino e Marina di Carrara) solo formalmente raggruppate dal logo “Porti della Toscana” ma di fatto distanti tra di loro anni luce per esigenze, impegno e volumi di traffico. Luca Ceccobao, che in questo periodo è stato – e rimane – alle prese con la “grana” della privatizzazione della Toremar (siamo in piena anteprima di una raffica di ricorsi contro l’assegnazione alla Moby) sa che l’Authority regionale non potrà operare (e nemmeno esistere semplicemente) ignorando le Authorities dello Stato dei porti nazionali; e nemmeno le novità che, seppur non eclatanti, si attendono dalla riforma della legge 84/94. In sostanza, siamo all’inizio di una complessa costruzione che richiederà probabilmente tempi certo non brevi prima di uscire dal teorico.
A.F.
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