Piano “B” per la piattaforma Europa Livorno prova a crescere in concreto
Abbandonati i sogni troppo costosi, si guarda a uno sviluppo dalle vasche di colmata con l’utilizzo delle dighe già esistenti – I riferimenti a un progetto di oltre un secolo fa
LIVORNO – C’è una non secondaria parte del porto livornese che è ancora avvolta nel limbo dei progetti non concretati: quella che riguarda il fatiscente superbacino di carenaggio e le sue banchine di allestimento (vedi foto qui sopra), in una contrapposizione non solo dottrinale tra vocazione per il grande yachting, “Porta a mare” ed eventualmente le crociere contro quella delle riparazioni navali e del ripristino del bacinone. C’è invece una seconda parte, anch’essa non certo marginale, che ruota intorno all’ormai demolita speranza di un super-porto del futuro, quella Piattaforma Europa che sempre più appare come un’illusione legata a vacche grasse non più ipotizzabili.
[hidepost]

Nella foto: (Laura Bolognesi) Massimo Provinciali e Fiorenzo Milani.
Su questo secondo porto, come abbiamo già scritto giorni fa, si è sviluppato il dibattito al Propeller Club in base all’ipotesi dell’Autorità portuale – esplicitata da Massimo Provinciali – di un “piano B” per la stessa piattaforma.
Significativo che, come ha sottolineato il presidente del Propeller Fiorenzo Milani, questa ipotesi trovi molti riferimenti addirittura in un semisconosciuto “piano Cozza” del 1907 che il suddetto ingegnere elaborò per il Genio Civile Opere Marittime di allora cercando di cogliere le esigenze espresse dal senatore ingegner Luigi Orlando. E che fu anche inizialmente finanziato con 10 milioni di lire dal Congresso Toscano, come da documenti che lo stesso Milani ha pazientemente riportato alla luce. Può sembrare, leggendo questi documenti, che non sia passato da allora quasi un secolo e un quarto: perchè tra gli imperativi esposti dal senatore Orlando per il porto di Livorno figurano indicazioni quanto mai attuali come “un nuovo bacino commerciale, una tariffa differenziale privilegiata per le ferrovie dal porto e specialmente l’autonomia finanziaria ed amministrativa”. Della serie: cent’anni sprecati?
Partendo dal “piano Cozza” ed aggiornandolo alle realtà d’oggi, la proposta del “piano B” dell’Autorità portuale si basa sui seguenti elementi.
Le due vasche di colmata rappresentano i piazzali ed il collegamento con il porto già esistente; una è già costruita, l’altra in fase di realizzazione. Le due nuove darsene proposte consentono di ospitare fino a 12 navi full containers da 350 metri di nuova generazione, mentre il prolungamento della diga rettilinea del Curvilinea, collegata a terra, diventerebbe immediatamente una banchina per navi da crociere lunga 2.000 metri, che potrebbe ospitare contemporaneamente 6 navi da 300 metri, a similitudine di quanto già avviene nei porti di Civitavecchia o Barcellona. Gli effetti positivi si ripercuoterebbero anche sul vecchio porto che finalmente potrebbe dedicare nella zona compresa tra il Molo Italia e la Calata Orlando delle aree completamente dedicate ai prodotti forestali ed alle rinfuse.
Perché ritengo che questo progetto sia migliore rispetto all’originale? Secondo Provinciali e Milani:
1) Perché economicamente si può realizzare un pezzo alla volta mentre, l’altro doveva essere realizzato nella sua interezza, con un gran numero di metri lineari di dighe che sarebbero rimaste fini a se stesse. Per esempio banchinando il lato esterno della Darsena Petroli ed un pezzo della prima vasca di colmata, si potrebbero già ospitare le prime navi full containers.
2) I dragaggi dovrebbero essere meno problematici; l’area da dragare è ad oggi mare aperto per cui la sabbia potrebbe essere riutilizzata sulle spiagge di Tirrenia o Marina di Pisa.
3) Chiudere la bocca Nord del porto non rappresenta un grosso problema perché già oggi non viene utilizzata; con l’applicazione del “Decreto Anti Inchini”, sarà impossibile utilizzarla, tanto vale chiuderla eliminando anche i pericoli di insabbiamento.
4) Dal punto di vista strettamente nautico, le darsene hanno le banchine orientate per sud/ovest; è un ritorno all’antico, ma si realizzerebbero finalmente a similitudine del veccho porto delle darsene orientate per il vento peggiore il Libeccio.
5) Forse è un progetto più appetibile alle grosse compagnie di navigazione, che potrebbero così investire capitali per la realizzazione di nuovi terminal.
6) L’imboccatura del porto rimarrebbe quella a sud; i lavori di escavo sono già necessari per l’attuale porto per cui non diventerebbero un costo aggiuntivo.
7) L’agibilità di manovra è adatta alle nuove costruzioni navali con spazi evolutivi che al momento non sembrano avere limiti.
8) Potrebbe essere preso in esame anche il tombamento della parte interna del curvilineo realizzando una banchina di almeno 200 metri.
9) Il riempimento delle banchine delle nuove darsene potrebbe essere fatto con i fanghi del vecchio porto.
[/hidepost]