Lorenzo Selva morto il padre del fuoribordo

Lorenzo Selva
GENOVA – L’Ucina, l’unione dei costruttori nautici e di accessori, ha perduto il suo vicepresidente Lorenzo Selva. Aveva solo 52 anni ed aveva fatto una carriera folgorante non solo in Ucina – dove si occupava in particolare della problematica dei natanti e della nautica popolare – ma anche in ambito europeo dove aveva ricoperto la carica di presidente di Icomia. Fino all’ultimo ha lottato con dignità e forza d’animo contro il tumore che non gli ha lasciato scampo.
Al nome di Lorenzo Selva è legata anche l’unica azienda di motori fuoribordo sopravvissuta in Italia dopo la sparizione delle storiche Carniti, Ducati e Whitehead. I suoi Selva hanno avuto per anni ed anni il posto d’onore nelle grandi rassegne nautiche europee, e la sua aggressiva politica dei prezzi ne ha fatto uno dei marchi più venduti prima che si profilasse lo strapotere dei costruttori giapponesi, forti dei grandi numeri e della diffusione mondiale.
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Ancor oggi i Selva rappresentano uno dei migliori compromessi tra alta qualità – adottando il cuore del motore di produzione Yamaha – e prezzo abbordabile, specie in pachage con i gommoni dello stesso marchio.
“Imprenditore dall’impegno e passione unici ed incessanti – dice l’annuncio della sua morte da parte di Ucina – uomo schietto ed autentico, ha contribuito alla crescita del settore e dell’associazione, con una voce autorevole e sincera. Sincerità e determinazione che lo hanno sempre contraddistinto e che ne hanno fatto una figura imprescindibile dalla nautica da diporto”. Il presidente di Ucina Anton Francesco Albertoni da parte sua ha sottolineato come “l’orgoglio e la dignità che hanno contraddistinto la sua vita lo hanno accompagnato in questi difficili anni e sono per tutti noi un esempio e un ricordo che ci accompagnerà sempre”.
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