Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Tempesta, il bacino cede

La barca-porta affonda, già iniziato il palleggio delle responsabilità

LIVORNO – Era una burrasca annunciata, che qualcuno ha chiamato – con riferimenti letterari e cinematografici – la burrasca perfetta. Ma i risultati della tempesta di libeccio di domenica sono stati tutt’altro che perfetti: navi dirottate, navi in avaria, danni alle strutture portuali della fascia costiera toscana per il vento che ha picchiato a 50 nodi e al largo ha raggiunto forza 10. Ma il danno più grave è stato a Livorno, dove una specie di tromba marina nella notte ha divelto, abbattuto e affondato la barca-porta del bacino di carenaggio, strappandola dai cavi di sostegno che fungono da cardine. Fin dall’alba di lunedì, calmato il mare, sono stati inviati sul luogo i sommozzatori per controllare le condizioni di quella che era una barca-porta ed oggi è ormai un relitto.
[hidepost]Nel disastro, c’è stata una fortuna: il bacino era da tempo allagato e non c’è stato l’effetto “depressione” che si sarebbe creato se, cedendo la porta, migliaia di tonnellate di mare si fossero riversate d’un colpo nella grande vasca. Sarebbe nato una specie di maremoto che avrebbe probabilmente spazzato via anche la retrostante darsena Morosini, molti yachts rimessati a terra, e forse avrebbe anche creato vittime.
Adesso sono già al calor bianco le polemiche sulle responsabilità: il bacino è da anni sotto sequestro della magistratura, e c’è un lungo contenzioso sulla mancata manutenzione. Di fatto il bacinone è stato lasciato andare in malora, in un gioco allo scaricabarile che nessuno ha voluto (o saputo) risolvere. A sua volta la magistratura ha un dossier corposo, compreso di esposti-denunce dai riparatori navali. E forse il cedimento della barca-porta, per assurdo, potrà rivelarsi un fatto positivo se accelererà le decisioni: e le scelte – mai fatte in concreto dal tempo degli accordi di Roma che hanno salvato l’ex cantiere navale Orlando – su cosa fare dell’opera.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
31 Ottobre 2012

Potrebbe interessarti

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora