Ripristino: come farlo e chi paga
LIVORNO – Tocchiamo ferro: ma se davvero si farà la gara per la gestione dei bacini, e se davvero si farà presto, sarà risolta una delle più imbarazzanti (vogliamo anche dire vergognose?) situazioni del nostro porto da dieci anni a questa parte.
[hidepost]Lasciamo perdere, almeno per ora, le responsabilità, gli intrecci di inadempienze, gli errori e le omissioni. Tocca ad altri giudicare, anche sul piano della legge. Ci preme invece mettere sul campo un interrogativo: se gara ci sarà e se il bando dovrà rispettare le realtà esistenti, ci sarà davvero chi potrà mettere in campo gli oltre 20 milioni di euro necessari per ripristinare la funzionalità del “bacinone”? O come spesso accade, finirà tutto per annodarsi intorno a una richiesta di finanziamenti pubblici che con questi lumi di luna hanno probabilità di arrivare celermente meno che zero?
Nella realtà, sembra che il nulla-osta di Roma a mettere a gara il bacino preveda anche una soluzione, per così dire, di non totale ripristino. Facciamo un esempio: se il bacinone dovesse essere “vinto” da chi intende utilizzarlo solo come darsena, con poche aperture e svuotature, a servizio dei grandi yachts, i costi di ripristino sarebbero ovviamente molto ridotti: invece delle 4 pompe di svuotaggio da 1100 kw ciascuna basterebbe ripararne e attivarne una; invece delle taccate per le navi basterebbero quelle per gli yachts; invece delle aree a terra che oggi sono di Benetti, e quindi da contrattare, sarebbe Benetti a usare le proprie. Insomma, l’ipotesi che il bacinone venga assegnato (per gara) ad altri che non al cantiere degli yachts che opera in quelle aree sembra abbastanza difficile da realizzare.
La scelta del bando sarà determinante. Ci dicono che dovrà essere presentata nell’ambito del POT, ovvero entro la fine di questo mese o poco più. Sperando che sia, una volta tanto, una scelta che taglia la testa al toro e non rimanda ad altre scelte. Si può sperare?
A.F.
[/hidepost]