Sticco: i mali di Napoli
Riflettono la debolezza atavica del comparto economico locale – Fondali, professionalità e sistema ferroviario per il rilancio

Antonio Sticco
NAPOLI – In tempi di crisi generalizzata, il porto di Napoli guarda al futuro con realismo. E chi ha una lunga esperienza nel settore dei traffici marittimi e del movimento merci, come Antonio Sticco, presidente dell’ACCSA (Associazione Campana Corrieri, Spedizionieri ed Autotrasportatori) e titolare della spedizioni internazionali Sticco Sped, è in grado di formulare un’analisi non settoriale, che parta dalla valutazione del comparto economico locale.
“Tutta la stampa tecnica locale – sottolinea Antonio Sticco – ha ampiamente riferito i programmi per il porto napoletano, che sono lusinghieri e guardano al futuro anche prossimo. Però non possiamo ignorare la realtà: il traffico dei contenitori pieni all’importazione è calato del 17%, e pur mantenendo le posizioni nell’export basato in particolare sull’agroalimentare, aumenta la disoccupazione, chiudono le aziende e per vari problemi organizzativi aumentano anche i costi delle operazioni.
[hidepost]In sostanza, uno scenario non certo roseo, legato alla debolezza atavica del comparto economico locale”.
Ciò nonostante, Antonio Sticco cerca di vedere anche l’altro lato della medaglia. “In tempi di magra come questi è difficile essere ottimisti – afferma l’imprenditore – ma la mia generazione è già passata attraverso esperienze similari e sa che oggi come allora si deve progettare il futuro, senza farsi travolgere dal presente. Nella nostra azienda ci siamo definiti Architetti del Trasporto proprio perché oggi, malgrado la crisi, è alla costruzione di un futuro migliore che dobbiamo dedicarci; un futuro che deve trovarci preparati a realtà nuove, che partono dalla constatazione che le economie mondiali saranno sempre più ballerine. Proprio per questo possiamo competere solo se la nostra specializzazione, la nostra etica professionale e la nostra formazione si affermerà come figura alla quale assegnare i compiti che soddisfano le esigenze del commercio internazionale: iniziando dallo EX WOKS ai franco domicilio destinatario”.
Per quanto riguarda la debolezza atavica del comparto economico di riferimento del porto napoletano, Sticco ritiene che “concrete possibilità di rilancio del porto possano manifestarsi esclusivamente se si acquisisce traffico anche per altre regioni. E per riuscire nell’intento è necessario che il porto abbia fondali sufficienti alle navi moderne (nuova Darsena di Levante). Ed è indispensabile, per finire, offrire un sistema ferroviario davvero efficiente, che consenta lo smistamento delle merci in tempi europei per poter competere con gli altri porti”.
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