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Il rebus sul progetto Piombino per il relitto di Costa Concordia

Ancora nessuna risposta ufficiale all’offerta del porto toscano di realizzare una struttura ad hoc per la demolizione – I tanti fattori da prendere in esame e le altrettante variabili

Luciano Guerrieri

PIOMBINO – Il sindaco Gianni Anselmi e il presidente dell’Autorità portuale Luciano Guerrieri ce la stanno mettendo tutta, supportati dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi: ma il progetto di trasferire nel porto piombinese il relitto della Costa Concordia, pur elaborato in dettaglio con il supporto degli specialisti di Modimar, al momento non ha trovato grande accoglienza presso la Costa Crociere, unica a decidere in merito. E più tempo passa, più diventano difficili le condizioni oggettive per poter creare quella struttura che, ingrandendo e dragando il porto, accoglierebbe il relitto consentendo la demolizione lontano dalla zona abitata e con il supporto di maestranze – come quelle oggi “orfane” della Lucchini – molto esperte nel campo.
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Anche la fine dell’anno 2012 è trascorso senza che ci fossero risposte alla proposta toscana di usare Piombino per la demolizione. E non si può certo dire che il progetto presentato da Piombino non sia sufficientemente dettagliato. Rispetto alle prime bozze, che prevedevano semplicemente l’utilizzo delle costruende vasche di colmata a ovest del bacino esterno di evoluzione, il progetto definitivo – inviato alla Regione Toscana, alla Costa Crociere, al ministero dell’Ambiente e alla direzione marittima – si sviluppa in senso nord-sud con la creazione di una nuova diga fuori dalle aree Lucchini e dalle vasche di colmata. E prevede anche il dragaggio di un canale di accesso del relitto (con i suoi “cassoni” di galleggiamento) fino a quota -20 metri per un totale di poco meno di due milioni di metri cubi di fanghi, da conferire in vasca di colmata per una parte e semplicemente da spostare sugli stessi fondali dall’altra. In questo modo i materiali di dragaggio rimarrebbero almeno in parte subito al di fuori del canale di accesso creato per il relitto, senza alcun problema di carattere ambientale.
Il disegno che pubblichiamo, sia “ambientato” sul piano regolatore portuale già approvato, sia nel dettaglio (in questa pagina) è quello ufficiale in possesso sia di Costa Crociere che della Regione Toscana. Per la sua realizzazione esistono però vari ordini di problemi.
Il primo: fattore tempo. Si stima, secondo i calcoli fatti dai progettisti, che occorreranno da otto a dodici mesi, correndo come matti, per realizzare tutto quanto il progetto prevede. Dunque se dovessero essere rispettati gli ultimi tempi annunciati da Titan/Micoperi per rimettere il relitto in galleggiamento, ovvero l’inizio del 2014, bisognerebbe che il progetto fosse ufficialmente accettato non oltre questo mese di gennaio. E per il momento invece tutto è ancora sul vago, con la sensazione – confermata dal sindaco di Piombino Gianni Anselmi – che Costa Crociere sia piuttosto freddina su questa ipotesi: forse avendo già dall’inizio della vicenda preso impegni con Fincantieri per demolire il relitto presso il suo stabilimento navale di Palermo.
Il secondo: fattore costi. Secondo i calcoli degli stessi progettisti, per realizzare il progetto occorrerebbero circa 150 milioni di euro, che rappresentano la metà del costo totale con cui il consorzio Titan-Micoperi ha vinto la gara per rimettere a galla il relitto (costo che peraltro è già stato più volte ritoccato e oggi sfiorerebbe già, per la sola rimozione, i 400 milioni). Chi dovrebbe tirar fuori questa più che notevole somma? Secondo il presidente della Regione Toscana ci potrebbe essere un (modesto) contributo della Regione stessa, ma per almeno 100 milioni si dovrebbe contare a metà tra il ministero delle Infrastrutture e i P&I assicurativi della Costa. Inutile sottolineare che non trattandosi di pochi euro, reperire questa cifra appare in ogni caso molto complesso, perché il ministero non ha una cifra simile nemmeno per la manutenzione ordinaria di tutti i porti italiani e le assicurazioni difficilmente si sobbarcherebbero di una spesa evitabile semplicemente rimorchiando il relitto nel bacino di carenaggio di Palermo.
Il terzo: fattore sicurezza. Sotto questo aspetto, la soluzione Piombino potrebbe essere favorita rispetto al rimorchio a Palermo, porto che dista dall’attuale posizione del relitto al Giglio poco meno di 300 miglia nautiche contro le circa 40 miglia tra il Giglio e Piombino. Secondo un calcolo fatto dagli specialisti, il rimorchio del relitto in galleggiamento, appesantito dai famosi “cassoni” che dovrebbero tenerlo a galla, avverrebbe a una velocità non superiore a 2 nodi. Dal Giglio a Piombino in sostanza basterebbero una ventina di ore di navigazione, mentre dal Giglio a Palermo ne occorrerebbero 150, ovvero poco meno di una settimana di navigazione continua, con tutte le incognite relative al maltempo, all’affollato traffico navale che il convoglio incrocerebbe, e alle più alte probabilità di un affondamento durante il lungo tragitto. Va da se che dovrebbe essere l’autorità marittima – in questo caso il comando generale delle Capitanerie di porto, probabilmente supportato dal RINa – a consentire l’eventuale rischiosa soluzione del rimorchio fino a Palermo, prendendosene dunque la responsabilità. Il che sembra al momento abbastanza poco probabile, essendo le Capitanerie inoltre il braccio operativo in mare del ministero dell’Ambiente: e se perdere il relitto a metà strada per affondamento sarebbe uno smacco all’immagine del Paese, rappresenterebbe ancor di più una brutta figura in campo ambientale, con tutta una serie di possibili complicazioni legate a successivi tentativi di recupero dall’alto fondale.
In sostanza, se il recupero del relitto oggi appare complicato, rischioso ed estremamente costoso, la fase successiva, cioè il suo trasporto al luogo di demolizione, lo è altrettanto al cubo. Senza voler considerare le tante, tantissime variabili ancor più preoccupanti che tolgono il sonno ai tecnici impegnati nella più straordinaria impresa mai tentata in precedenza.
A.F.

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Pubblicato il
9 Gennaio 2013

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