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La Spezia: riflessioni sul futuro

LA SPEZIA – Si riaccende l’attenzione sul porto: il comitato degli Abitanti della Costa del Levante scrivono ai ministeri dell’Ambiente e Infrastrutture, presidente della Regione e dottor Tassoni e nel rappresentare le proprie problematiche ed i relativi disagi, richiamano la mancata realizzazione di quella fascia di rispetto destinata a tenere una distanza, seppur minima, tra abitato e zona operativa portuale.
[hidepost]Il segretario provinciale della CISL, in occasione del 17º congresso della CISL spezzina, lamenta, tra l’altro, ritardi per un corretto sviluppo portuale e la decaduta attenzione per il Waterfront. Intanto, in uno scenario di calo dei traffici marittimi a livello globale, dovuto alla ben nota crisi economica che colpisce il mondo, qui, nella piccola realtà dell’hinterland spezzino, si avvicina il momento della designazione o riconferma del presidente dell’Autorità portuale.
Nel corso di questi quattro anni di mandato dell’attuale presidente Forcieri, abbiamo sentito parlare anche di barriere antirumore, di cold ironing, che comporta l’allacciamento della nave alla rete elettrica di terra, con spegnimento dei diesel generatori di corrente di bordo, che con la loro combustione producono fumi e rumore; dell’utopistico progetto di posizionamento di pale eoliche per ottenere corrente pulita; della bellissima idea del Waterfront, seppur accompagnata da un progetto afflitto da problematiche che lo portavano lontano da quell’enunciato del sindaco Federici: «La città si riapproprierà di un pezzo di fronte a mare».
Abbiamo visto il presidente dell’AP recarsi in più occasioni all’estero: Cina, Florida, Sud America, Portogallo ed altri paesi europei, portando l’immagine del nostro porto ai fini di un incremento della operatività dello scalo, anche se, come risaputo, la merce, nella filiera produttore – spedizioniere – vettore – ricevitore, sceglie da sola il porto di imbarco e di destino. Se il porto si trova lungo la direttrice di marcia, che va dai luoghi di produzione ai mercati di consumo, se ha fondali adeguati, pratica tariffe competitive ed i tempi di imbarco/sbarco ed inoltro merce sono brevi, allora il porto ha buone probabilità di incrementare i propri traffici, con conseguente aumento di posti di lavoro.
A loro volta, gli aspetti legati al traffico passeggeri, con la loro valenza economica, lasciano individuare, che per il mondo croceristico occorre dare urgente risposta con un attrezzato approdo a banchina, mentre vi sarebbe ancora spazio, in ipotesi, per una relazione di traffico con la Corsica.
Negli anni, nell’ambito dello specchio acqueo e della relativa linea di costa che si trovano all’interno della diga foranea, vi è stato un notevole consumo di territorio, ed ora, per quanto ancora praticabile, è urgente recuperare qualitativamente la vivibilità delle aeree limitrofe al porto. A fronte della vivibilità e delle esigenze quotidiane della popolazione, i progetti del ponte di collegamento col porto Mirabello e lo stabilimento balneare alla diga sono aspetti di non primaria importanza.
Quattro anni fanno presto a trascorrere, occorre quindi provvedere sin da ora al completamento di un corretto sviluppo del porto e delle sue attività, nel massimo rispetto della popolazione e della città; a recuperare e migliorare aree portuali e territorio circostante, riducendo i danni già provocati nel tempo.
Con uno scalo efficiente e rispettoso dell’ambiente, una buona rete ferroviaria e tariffe competitive saranno direttamente gli Armatori e gli altri attenti addetti ai lavori a preferire il nostro porto, senza la necessità di andare per il mondo a rammentare che esistiamo.
Uno dei vescovi della nostra città, monsignor Stella, aveva per motto: Estote parati,(siate pronti).
Franco Magazzù

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Pubblicato il
23 Marzo 2013

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