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Messineo: treni, ro-ro, crociere e project cargo

MARINA DI CARRARA – A fine presentazione del progetto sull’economia del mare, illustrato qui a fianco, in una riunione caratterizzata da una completa rappresentanza e da una vivace e partecipe attenzione, incontriamo il presidente ingegner Francesco Messineo per un punto della situazione.
[hidepost] Presidente, a quasi un anno dalla sua nomina avvenuta a giugno scorso: qual è il suo parere sulla situazione che ha trovato e sul carattere di questa città?
“La mia impressione personale è straordinariamente positiva e la situazione che ho trovato ha superato le mie più rosee aspettative: ero stato quasi “messo in guardia” rispetto ad una certa durezza del territorio ed invece ho trovato quei valori legati al lavoro vero, da quello più pesante della manodopera a quello più complesso dell’imprenditoria, estremamente positivi ed infine costruttivi. Le persone sono molto autocritiche e con tutti gli interlocutori che ho avuto – fossero essi amministratori pubblici, sindacalisti, lavoratori, imprenditori o cittadini – ho notato un confronto vivace ed interessante ma anche una costante condivisione degli obiettivi di miglioramento dati da un attaccamento ed un amore per il proprio territorio che qui sono fortissimi, così come è fortissimo il desiderio di vederlo progredire. Arriviamo sempre positivamente a sintesi e questo è fondamentale. Il nostro obiettivo comune deve essere quello di realizzare degli interventi che devono essere delle metastasi positive, ovvero, così come ho recepito finora dalla mia esperienza lavorativa, vale il principio che in un territorio degradato debbano essere fatti progetti positivi che ospitino realtà economiche produttive capaci negli anni di contagiare con la loro positività il territorio circostante. Un esempio su tutti è Gioia Tauro, dove ho svolto un mio precedente incarico: certamente una realtà socio-economica difficilissima nella quale enti pubblici come l’Autorità portuale rappresentano una sorta di “isola” portatrice di valori positivi e di correttezza. Proprio con gli investimenti dell’Authority, Regione ed enti locali nella ZAL (zona attività logistica in regime di zona franca nel retroporto) si avvieranno una serie di attività industriali legate alla logistica con quegli stessi valori di correttezza”.
C’è però il problema dei collegamenti ferroviari, un problema che è poi presente in tutta Italia.
“Con grande intelligenza a Gioia Tauro Autorità portuale e Regione stanno lavorando da alcuni anni per portare avanti il progetto del gate ferroviario che, quando sarà a regime, consentirà di far viaggiare le merci in Italia e verso il centro dell’Europa; un vantaggio che i porti concorrenti nord africani di Tanger Med e Port Said, con il solo trasbordo, non possono offrire. Le previsioni vedono tra l’altro una crescita del transhipment ma non delle infrastrutture e quindi il porto calabrese è destinato a superare i picchi di due anni fa. Le due linee ferroviarie che collegano lo scalo con l’Italia – la tirrenica e la jonico-adriatica – ed in specie quest’ultima, hanno inoltre ampi margini di offerta di tracce. Con questo sistema si aumenterà il traffico dei container verso il resto d’Italia e l’Europa via ferrovia del 15-20% con un risparmio da parte dell’armatore dei costi di trasbordo e feederaggio tale da fargli preferire il porto calabrese a quelli nordafricani aumentando moltissimo la competitività del porto stesso. Ma anche a Carrara abbiamo progetti riguardo la ferrovia; abbiamo fatto richiesta formale di un preventivo per acquistare l’attuale linea – attualmente in comodato d’uso gratuito all’Autorità portuale da RFI – che collega la tirrenica dalla stazione di Massa con il porto per poter fare ulteriori investimenti. Il nostro Piano Regolatore Portuale, in itinere, prevede il potenziamento delle linee ferroviarie all’interno del porto e vogliamo perciò avere un vero cordone ombelicale che parta dalle banchine, penetri la zona industriale e la grande area retroportuale ed arrivi fino alla linea tirrenica. Nei mesi scorsi abbiamo anche provveduto a bandire una gara europea ed individuare il soggetto che sarà gestore comprensionario unico per otto anni. Ciò rappresenta una grande economia che evita quello che succede in molti altri porti: la società che manovra all’interno dello scalo deve consegnare al gate il convoglio ferroviario ad un’altra società la quale manovra dal varco fino alla prima stazione ferroviaria per giungere all’intervento di Trenitalia che prende in consegna il convoglio; tre passaggi quindi in cui si devono cambiare locomotiva, equipaggio, macchinisti. Avremo invece un unico soggetto che presterà servizio, oltre che a noi, anche ad altre tre industrie importanti della zona che utilizzano la ferrovia; semplificazione quindi ed anche grande soddisfazione da parte di RFI che avrà così un unico interlocutore. Ed il tutto è già a regime, ho firmato il contratto pochi giorni fa”.
Sempre a proposito del Piano Regolatore Portuale che verrà, quali sono gli altri aspetti rilevanti che vi saranno previsti?
“Premetto che mi lega un’amicizia pluriennale con Giuliano Gallanti e Luciano Guerrieri e che da sempre siamo abituati ad incontrarci e confrontarci; ma in ogni caso il Master Plan regionale dei porti toscani prevede già la specializzazione dei porti, con ciò mantenendo viva la necessaria concorrenza fra gli stessi ma evitando duplicazioni di scelte quando non ce ne siano i giusti presupposti. Per fare un esempio: è chiaro che per i contenitori c’è il porto di Livorno. Le scelte degli scali toscani avvengono quindi all’interno di un piano di sviluppo a livello regionale ma, credo, sia naturale anche tenere conto di ciò che avviene e si pianifica in un porto – ligure sì, ma molto vicino a noi – come quello di La Spezia. Riguardo specificatamente Carrara: dobbiamo quindi puntare sui settori tradizionali del nostro scalo: merci varie non containerizzate (granito, metallo, minerale), ro-ro (stiamo lavorando in questo periodo per sostituire un collegamento che avevamo con la Sardegna interrotto a dicembre e senza alcun preavviso da parte dell’armatore che ha deciso di rottamare le sue navi) e quello del project-cargo. Riguardo quest’ultimo settore: il territorio di Marina di Carrara ha deciso di investire complessivamente, per il proprio sviluppo, nelle grandi costruzioni eccezionali grazie alla sua manodopera specializzata, ad un tessuto di imprese che hanno un grandissimo know how e, non ultimo, agli ampi piazzali raccordati con il porto di cui dispone. Un valore aggiunto straordinario che ha contribuito nel far si che la General Electric, tre anni fa, scegliesse Carrara fra ben 26 siti produttivi nel mondo per realizzare i cinque moduli Gorgon – una commessa da 1 miliardo ed 800 milioni di euro – da destinare in Australia. Il project-cargo porta quindi un incredibile valore aggiunto per il territorio retrostante, alimenta anche i traffici dei porti vicini e crea un indotto che riguarda tutta la Regione. Riguardo il settore turistico, in accordo con Gallanti, vogliamo fare sistema e mostreremo che la domanda di crociere supera di gran lunga la capacità di offerta del porto di Livorno, anche considerando le previsioni del suo piano regolatore portuale. Se pensiamo che Civitavecchia ha sei banchine dedicate alle crociere e che la Toscana non è meno attrattiva del Lazio, tutt’altro, ci rendiamo subito conto che dobbiamo assolutamente fare sistema. Carrara non potrà mai essere l’Home Port di MSC per carenza di spazi ma costruiremo un ormeggio ed una stazione marittima che completerà l’offerta del porto di Livorno convinti che questa differenziazione sia anche interessante per gli armatori, sempre alla ricerca di nuove destinazioni per i propri clienti, come dimostra ad esempio il porto di Messina che quest’anno, grazie alla sua buona offerta di infrastrutture, avrà diverse centinaia di ormeggi di navi da crociera. In ultimo: nella zona oggi degradata ma di enormi potenzialità che è compresa fra il fiume Carrione ed il Lavello, il PRP prevede la realizzazione di un porto turistico, da molti anni auspicato dal territorio, che sarà l’affaccio sulla città. Il porto turistico che vogliamo è un porto aperto dove le banchine sono pubbliche e solo la fascia davanti alle barche ormeggiate viene riservata agli armatori. Una zona che ospiti punti di ritrovo, negozi e dove le persone possano passeggiare, ritrovarsi e vivere il contatto con il mare. Così facendo contiamo di attrarre gli investimenti privati che diventeranno poi il motore per realizzare queste trasformazioni e ci stiamo impegnando per trovare tutti i percorsi per far si che chi un domani realizzerà questa infrastruttura sia obbligato a metterla a disposizione di tutta la collettività”.
Riguardo alla recente formazione del Governo: intravede finalmente una maggiore attenzione per il settore marittimo?
“Il premier Enrico Letta ha detto chiaramente, in campagna elettorale, che serve un “Mister Mare” nel senso che il mondo della portualità e di tutti gli operatori del settore marittimo chiedono di avere finalmente un interlocutore a livello governativo che sia in grado di dare delle risposte e che abbia, all’interno della compagine governativa, una sufficiente autonomia politica per ascoltare le sollecitazioni che arrivano da questo settore e poter così dare risposte concrete in tempi certi. Per troppi anni un settore così importante per il Paese è stato di fatto privo di interlocuzione a livello governativo e ciò, per usare un eufemismo, è abbastanza strano. Ci aspettiamo perciò che quanto detto chiaramente da Enrico Letta solo un paio di mesi fa diventi realtà”.
Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
4 Maggio 2013

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