Infrastrutture immateriali e dogane in un seminario Wista-Propeller

Il progetto di coordinare tutte le pratiche sulle merci esclusivamente sul web presentato dalla dottoressa Alvaro della direzione centrale per l’innovazione dell’agenzia doganale

Il tavolo dei relatori.

LIVORNO – Diciamo pure che l’Agenzia delle dogane ci sta provando: con l’obiettivo dichiarato di un “gioco di squadra” tra istituzioni di controllo delle merci nei porti e operatori della logistica, perché grazie alle infrastrutture immateriali (il web) aumenti la competitività portuale e migliorino i tempi delle operazioni.
Così l’agenzia delle dogane e i club livornesi di servizio Propeller International e Wista hanno tenuto in Camera di Commercio un seminario di grande interesse per tutti gli operatori portuali.
Temi dell’incontro, presentato dal presidente camerale Roberto Nardi, dal presidente di Wista (l’associazione delle donne dello shipping) Gloria Giani e dal presidente del Propeller Fiorenzo Milani, il progetto-proposta delle dogane centrali sulla messa in rete di tutte le pratiche relative allo sdoganamento delle merci, in arrivo e in partenza, secondo una “filiera” immateriale, ovvero ricorrendo unicamente alla rete Web, senza interventi cartacei e senza spostamenti fisici degli interessati.Per leggere l'articolo effettua il Login o procedi alla Register gratuita.
Il sistema è stato illustrato dalla dottoressa Teresa Alvaro, direttore centrale del settore tecnologie per l’innovazione dell’agenzia delle dogane di Roma. Con chiarezza espositiva esemplare, e facendo ricorso anche ad alcune slides, l’esperta ha sviluppato la proposta (sottolineando che non si tratta di un semplice progetto, ma di un sistema già perfettamente operante in alcuni grandi porti) in tutti i suoi passaggi, fino ad arrivare al “clearing” delle merci in rada, ovvero allo sdoganamento quando la nave non ha ancora portato le merci in banchina.
Interventi esplicativi e a integrazione sulle problematiche locali sono stati svolti anche dal dottor Gianfranco Brosco, direttore interregionale delle dogane di Toscana, Sardegna ed Umbria, e dal signor Massimo Ricasoli, direttore della dogana livornese. Tutti hanno insistito sulla necessità di operare in sinergia, abbandonando – dove già non si è fatto – i vecchi schieramenti “ideologici” di chi opera contro chi.
La oggettiva, notevole partecipazione all’incontro ha avuto una delle sue ragioni in quanto esso era valido – con la registrazione della partecipazione in loco fatta dalla dottoressa Annalisa Cau della dogana locale – per l’attribuzione dei crediti formativi rilasciati ai doganalisti da parte del consiglio compartimentale degli spedizionieri doganali.
Molti gli interventi, tra i quali anche quello del segretario generale dell’Autorità portuale Massimo Provinciali che, allacciandosi alla relazione della dottoressa Alvaro sui vantaggi della “filiera” sul web ha riferito di quanto sta facendo l’Authority livornese per ridurre le pratiche cartacee e per favorire la messa in linea dei documenti: insistendo anch’egli sulla necessità del gioco di squadra attraverso le infrastrutture immateriali tra gli operatori marittimi, i centri di controllo delle merci – in particolare dogana, guardia di finanza e Capitaneria – e le stesse compagnie di navigazione. Provinciali ha ricordato che da tempo l’Authority opera sul web: ed ha sottolineato come la collaborazione con gli utenti del porto si evidenzia anche attraverso la costituzione del comitato portuale, che appunto ha al suo interno forti componenti dell’utenza delle banchine.
Uno degli elementi sottolineati nell’incontro è che il porto di Livorno, grazie all’impegno della dogana e il progetto-proposta illustrato dalla dottoressa Alvaro, è tra i primi in Italia a poter sperimentare il “gioco di squadra attraverso le infrastrutture immateriali”, per migliorare la competitività e ridurre tempi e costi di transito delle merci.
Ovviamente non tutto è semplice da attuare. Come è stato rilevato dagli stessi dirigenti delle dogane, oggi tutti gli operatori lavorando sul web con le proprie pratiche e con gli armatori: ma quasi sempre si tratta di “sistemi” informatici di tipologia diversa, che di rado colloquiano tra di loro. E l’assurdo è che anche i sistemi informativi delle pubbliche istituzioni non sono spesso in grado di “capirsi” tra loro: per cui occorre alla fine tornare alle carte, con spreco di tempo e di denaro, pubblico e privato. Il sistema illustrato dalla Alvaro potrebbe, passo per passo, risolvere almeno una buona parte dei problemi.
Voce critica, ma non senza spunti di concretezza, come spesso accade quella di Beppino Benedetti, decano degli spedizionieri doganali: che ha messo in chiaro tutti i punti deboli dell’attuale articolazione del sistema dei controlli, rilevando come la proposta della dogana incontrerà ancora per un po’ – in scali come quello livornese – difficoltà sia culturali sia di metodo che di abitudine consolidata.

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