Tramonto di un NAPA diviso?
VENEZIA – Già, non era difficile prevederlo. E infatti l’avevamo previsto anche su queste colonne: il NAPA, ovvero quell’ircocervo che dovrebbe tenere insieme – tutti per uno e uno per tutti – i porti dell’alto Adriatico, si sta prendendo calci in faccia anche dalla Regione Friuli-Venezia Giulia oltre che dai singoli componenti.
[hidepost]Com’è noto, l’Autorità portuale di Ravenna se n’è già andata, sbattendo la porta in faccia al progetto del terminal offshore di Venezia. Trieste e Koper hanno sparato anch’essi a palle incatenate contro l’assurdo di un nuovo porto containers – per di più offshore, con costi di transhipment folli – dove già ce ne sono anche troppi. E adesso scende in campo anche la neo-presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani, che bacchetta Venezia e il suo presidente dell’Authority portuale Paolo Costa, accusandolo di “rottura del sistema di collaborazione tra gli scali”. In sostanza: ma questo NAPA c’è ancora, è diventato una foglia di fico per coprire le ambizioni di Costa a Venezia, oppure sta andando rapidamente a ramengo?
Sia chiaro: la scesa in campo della presidente Serracchiani contro il presidente Costa non è uno scontro politico, come spesso accade; perchè entrambi i protagonisti sono di centrosinistra, ed entrambi vengono dal parlamento europeo dove hanno lavorato (si fa per dire…) fianco a fianco. Solo che tra i porti associati al NAPA (Venezia, Trieste, Koper e Rjieka, dopo la rabbiosa uscita di Ravenna) monta l’insofferenza verso Venezia per il suo megalomane e poco ambientalista progetto della piattaforma offshore. Certo, sarebbe una concorrente: e quindi in barba a tutte le belle parole dell’associazione “tutti per uno e uno per tutti” da noia. Ma da noia – anzi, fa incazzare di brutto – specie il modo con cui Costa e Venezia hanno ottenuto 100 milioni dal governo Monti mentre per buona parte dei porti vicini, pur dotati di grandi e concreti progetti di potenziamento, non sono arrivate che le briciole. Facile malignare che Costa abbia ottenuto quei finanziamenti perchè consulente del ministro di Monti in carica. Di fatto l’operazione rischia di affondare definitivamente il già sgangherato NAPA e le sue prospettive.
Ovviamente Paolo Costa si difende. Contrattacca la Serracchiani e giura di voler lavorare per un “sistema portuale” dell’Alto Adriatico (Ravenna compresa, bontà sua, malgrado l’uscita) e non solo per Venezia. Tutti insieme, appassionatamente – dice Costa – per fare dell’Alto Adriatico un sistema portuale moderno e concorrenziale. Nella realtà, Koper specialmente sta facendo sudare sangue i porti italiani, specie il vicino Trieste che ha costi più alti per le leggi italiane e comunque urla contro l’”offshore” di Costa; Ravenna ha sbattuto la porta e va da sola; Fiume (Rjieka) a sua volta partecipa agli incontri ma bada a crescere anche contro i porti italiani del Medio Adriatico. Insomma, si profila un fallimento sostanziale dell’associazione (che già fu definita un modo di far incontrare in qualche cena di lavoro un gruppo di compagnoni), come già di fatto non funzionano o sono sostanzialmente fallite le altre associazioni portuali “di sistema” come quella dell’Alto Tirreno tra i liguri, quella della Toscana e via andando. Della serie: dagli amici (o soci) mi guardi Iddio…
Antonio Fulvi
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