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Genova, come fare sistema

Le formule messe in atto per la competitività del cluster marittimo italiano – Esportare la regolamentazione della categoria in Nord Europa

Gian Enzo Duci

GENOVA – E’ trascorso poco più di un anno dalla nomina di Gian Enzo Duci a presidente di Assagenti, la più importante associazione di agenti raccomandatari mediatori marittimi italiana. Ripercorriamo con lui le tappe salienti di questi mesi di lavoro che hanno visto l’associazione genovese impegnata su molti fronti importanti (quest’anno, partecipando al cordoglio cittadino in seguito all’incidente alla Torre Piloti, l’associazione ha annullato la tradizionale assemblea pubblica).
Presidente, Assagenti sta conducendo una dura battaglia, giunta al Consiglio di Stato, contro la condanna dell’Antitrust già annullata dal Tar del Lazio con una motivazione che sembrava esaustiva. Qual è, in stretta sintesi, la linea difensiva nel nuovo livello di giudizio?
[hidepost]“Resta ferma quella del Tar. L’Antitrust aveva avuto una sentenza dura dal Tar che aveva cassato nella forma e nella sostanza tutte le costruzioni da essa presentate – e per noi inesistenti – tanto che non avremmo mai pensato potesse ricorrere al Consiglio di Stato. Nel suo nuovo ricorso l’Antitrust comunque non ha aggiunto assolutamente nessun elemento rispetto a quelli presentati al Tar per cui pensiamo che la situazione possa essere confermata. Le aziende si erano semplicemente attenute a quello che è la normale dialettica e contrapposizione tra le parti per cercare l’accordo. Non a caso, quando si è imposto il venir meno a tale dialettica ed a tali accordi dando una sorta di “via libera” generale, le tariffe sono aumentate e non diminuite. Il vero problema è invece che organi come l’Antitrust vivono di quanto riescono a recuperare e sono contrari, per certi versi, a quella che dovrebbe essere la logica dialettica fra cittadino ed Autorità. E’ qui la stortura: un’Autorità che trae un vantaggio dal comminare una sanzione difficilmente potrà essere imparziale nel farlo. Questo è un problema che prima o poi nel nostro sistema dovremo affrontare”.
L’E-Port sembra finalmente una risposta alle tante richieste di una informatizzazione aperta sul settore della portualità italiana contro troppi sistemi “chiusi” che ancora vi operano. Riguardo al test sugli svincoli telematici a che punto siete?
“Siamo in una fase di sperimentazione piuttosto avanzata nel senso che dopo una fase iniziale che ha riguardato alcuni spedizionieri ed un paio di agenti marittimi ora sta coinvolgendo un gruppo più ampio e contiamo di arrivare, in tempi abbastanza rapidi, ad una completa adesione da parte di tutto il sistema genovese. Questo ci farebbe fare un passo avanti verso un percorso più esteso che riguarda anche le varie attività all’interno del nostro porto e non solo quelle rappresentate dalla nostra associazione. Ci auguriamo poi che, a cascata, ciò si verifichi anche negli altri porti nazionali. Ritengo che questo sia un tema attraverso il quale passa un aumento di competitività per il nostro sistema portuale e spero quindi che questa sperimentazione fatta su Genova possa avere ritorni positivi su tutto il territorio nazionale”.
Sul pre-clearing e sul PMIS con le Capitanerie state lavorando in piena collaborazione con dogane e Guardia Costiera, anche per ovviare ai problemi creati dalla tragedia della Jolly Nero. Da tutta Italia stanno apprezzando la vostra partecipazione. Esistono ancora difficoltà da superare?
“La collaborazione va avanti bene ma speriamo anche in un’ulteriore accelerata. Le premesse ci sono e derivano dall’insediamento dell’ammiraglio Felicio Angrisano a comandante generale delle Capitanerie di Porto. L’ammiraglio nei suoi incarichi precedenti a livello locale ha sempre dato dimostrazione di voler spingere su questi temi ed ora che ha un incarico nazionale siamo fiduciosi che riesca a dare al Paese quell’accelerata che è oggi indispensabile per ben procedere”.
A che punto è la vostra proposta di taglio del 50% degli aumenti delle tasse portuali e di ancoraggio?
“E’ ferma purtroppo. Siamo in attesa che il Tar del Lazio dia una risposta al ricorso fatto da Confitarma e dall’Associazione Spedizionieri del Friuli Venezia Giulia contro l’aumento a livello nazionale. Nel “Decreto del Fare” sembrerebbe sia stata inserita la norma sulla possibilità delle Autorità portuali di estendere le tempistiche su cui poi andare ad intervenire sulle tasse portuali e di ancoraggio. Riteniamo di poter quindi riprendere la partita non appena si risolverà la situazione di stand-by”.
Assagenti è tra i principali sostenitori del ruolo della formazione con impegni concreti, con corsi e con rapporti con le scuole. Riguardo al fronte lavoro, può sintetizzarci l’attività del vostro originale e già copiato Job Centre?
“Il Job Centre è uno strumento interno all’associazione che, nei tempi buoni, ha permesso ai nostri associati di avere personale selezionato da noi; già alcune centinaia di persone sono state assunte dalle nostre associate ed in certi casi anche con pre-formazione. L’attività è stata comunque intensa anche quest’anno ed anche se i numeri sottolineano una crisi ancora grave a livello di assunzione di personale ci confermano l’utilità del nostro Job Centre. L’esperimento è sicuramente positivo e ci permette di monitorare il mercato del lavoro”.
Il Gruppo Giovani sembra molto impegnato. E quest’anno si mobilita anche per la nuova formula della Genoa Shipping Week dal 15 al 22 settembre con un annunciato “focus” sulla Turchia. Qualche notizia in più sull’iniziativa che dovrebbe affiancare lo storico Dinner?
“La notizia dell’ultim’ora è che avremo fra i relatori anche Lucien Arkas, uno dei principali operatori della logistica turca e proprietario di Arkas Shipping, compagnia che scala diversi porti italiani e che nel corso dell’ultimo anno a Genova ha creato circa 50 posti di lavoro. La novità importante è soprattutto quella che avremo, accanto alla parte più ludica del Dinner, anche una serie di convegni che prima erano organizzati separatamente da PS&T e che possiamo così dimostrare, una volta tanto, che Genova è capace di far sistema”!
Presidente Duci, lei è anche consigliere ECASBA (l’associazione europea degli agenti marittimi), da questa visione più ampia che la carica le fornisce quali ritiene che siano gli aspetti a cui la vostra categoria dovrà porre maggiore attenzione per essere più competitiva nel prossimo futuro?
“Intanto vorrei esprimere una vera soddisfazione: c’è ormai la consapevolezza di tutti che il nostro sistema di regolamentazione dell’attività professionale è utile: non a caso nel Nord Europa ora c’è la volontà di cercare di ottenere, su base europea, un riconoscimento analogo a quello che abbiamo in Italia. Mi è stato infatti dato incarico di presiedere il gruppo di lavoro per ottenere a livello comunitario un riconoscimento dell’attività dell’agente che abbia una forma di salvaguardia simile alla nostra. Per una volta possiamo perciò dimostrare, in Europa, che non siamo sempre gli ultimi ma, al contrario sono proprio i Nord Europei che ci vengono a chiedere se possono prendere esempio da noi. Nel merito della domanda: a livello europeo si ha il timore che la concentrazione che si sta realizzando nel settore marittimo nel traffico containerizzato possa poi portare ad una riduzione delle aziende intorno al nostro mercato e di conseguenza avere effetti sulle aziende del nostro settore. Ciò può rappresentare una minaccia da una parte ma anche un’opportunità dall’altra. Non sarei preoccupato per questo”.
Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
28 Giugno 2013

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