Visita il sito web
Tempo per la lettura: 3 minuti

Quel “Delenda Carthago” della bocca sud del porto

L’attuale dragaggio non è sufficiente alle nuove generazioni di full-containers e bisognerebbe anche “accorciare” la diga foranea – Tra speranze e difficili realtà

Angelo Roma

LIVORNO – Sembra un momento quasi magico, alla bocca sud del porto labronico: perché dopo anni si sta dragando: e lo si fa utilizzando non le solite, veloci ma costose draghe a sorbona che succhiano dal fondo fango ed acqua, ma con l’antico, tradizionale sistema della benna, che tira su materiale quasi totalmente solido. La spiegazione? Non perché la benna costa meno, ma perché riesce a conferire in vasca di colmata materiale quasi totalmente privo di acqua: la quale acqua è la maledizione della nostra vasca, perché causa il famigerato telo di impermeabilizzazione del fondo (voluto dalle norme SIN) non aiuta certo a consolidare il tutto. L’obiettivo è tirar via circa 120 mila metri cubi di fanghiglia e “panchina”.
[hidepost]La scelta del metodo dunque sembra buona e giusta. E la speranza di avere per la fine di luglio un fondale accessibile alle 8 mila teu – che rappresentano oggi la massima aspirazione possibile per il porto – sembra concretarsi. Ma non mancano i dubbi.
Portatore di alcuni di questi dubbi, i più condivisi dagli esperti – a cominciare dal corpo dei piloti – è il comandante Angelo Roma. Oggi consultant indipendente, già consigliere della Regione per le questioni portuali, poi presidente – per breve tempo – della Toremar e in precedenza storico referente della Zim nonché indicato per la presidenza dell’Autorità portuale livornese, Roma sostiene da tempo che la bocca sud del porto dovrebbe essere molto più dragata e molto più allargata per poter “servire” le full-containers almeno medie per la Darsena Toscana.
Il suo Delenda Carthago suona ormai da tempo in tutti gli incontri relativi ai dragaggi ed è chiarissimo: bisogna dragare almeno 400 mila metri cubi di bocca sud e pensare anche ad accorciare la diga foranea “tagliandone” almeno un centinaio di metri nel settore sud per consentire la rotazione in sicurezza delle grandi navi, specie in uscita. In attesa – sottintende il comandante Roma – di capire se mai Livorno sarà in grado di realizzare il porto dei suoi sogni, cioè la piattaforma Europa con l’ingresso delle grandi navi a questo punto da realizzare a nord.
Già al momento attuale la bocca sud del porto di Livorno – unica praticabile dalle navi dopo l’insabbiamento della bocca nord – rappresenta un rischio quando soffiano i venti di traversia. Lo spazio di evoluzione è ridotto per le navi che superano i 250 metri di lunghezza e specialmente in uscita, con la poppa che tende a ruotare a sinistra, i rimorchiatori devono fare le acrobazie per evitare incagli. Ce ne sono stati, negli anni scorsi: e se da un po’ di tempo è andata bene è perché sia i piloti sia i rimorchiatori ormai conoscono bene i rischi e le contromanovre. Ma ogni volta – lo sussurrano anche loro – è una roulette, un rischio.
Dunque, dragare di più: almeno tre volte quanto si sta facendo. Roma si chiede, polemicamente, perché ci si è fermati a 120 mila metri cubi quando triplicare questo quantitativo non avrebbe comportato grossi problemi, né di costi, né di conferimento dei fanghi. Anzi, trattandosi di materiale quasi secco, potrebbe contribuire a quel consolidamento della vasca di colmata (vedi altro articolo qui a fianco) che tutti auspicano ma che si sta rivelando difficile, costoso e in tempi biblici. Solo una scelta approssimativa, quella del ridotto quantitativo da dragare, o ci sono problemi che sfuggono ai più?
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
28 Giugno 2013

Potrebbe interessarti

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora