Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Gli accordi l’uovo e la gallina

PIOMBINO – Dal protocollo all’accordo di programma: potrebbe sembrare una sagra delle buone intenzioni sulla carta, ma forse è indispensabile prima di arrivare al tanto sospirato “fare” perché il porto di Piombino abbia i primi colpi di piccone – o movimenti di ruspe – per avviare quella rivoluzione che parte dal collegamento della 398 e deve arrivare alla riqualificazione dell’intero settore delle banchine.
[hidepost]L’accordo di programma è stato presentato nei giorni scorsi dal sindaco Gianni Anselmi – che vox populi indica come il prossimo presidente dell’Autorità portuale quando scadrà il commissario Luciano Guerrieri – insieme allo stesso Guerrieri e reca un lungo elenco di firme: dei ministeri interessati (Ambiente, Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti) della Regione Toscana, della Provincia e ovviamente del Comune. In soldoni, lo Stato s’impegna a finanziare con 50 milioni la 398 e ci mette anche altri 15 milioni oltre i 133 già annunciati per la riqualificazione del porto. Non c’è molto di nuovo rispetto al protocollo, salvo il fatto che le firme e la burocrazia non sono finite: ci vorranno interventi di nulla osta da parte del Cipe, e tutte le complesse procedure che riguardano le bonifiche dei siti SIN, di cui anche Piombino è vittima.
E’ significativo che il grande progetto di Piombino, messo in moto dalla caparbietà del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi nel voler chiedere una “compensazione” per il dramma della Costa Concordia, della vicenda del relitto parli poco o niente. Come a dire: tutti lo sanno, tutti ci sperano, ma nessuno a questo punto vuole esporsi, sapendo che le incognite sul recupero e la demolizione del relitto sono ancora troppe. Della serie: prendiamoci l’uovo oggi – cioè la riqualificazione del porto e la famosa, sospirata, tante volte promessa e poi evaporata realizzazione della 398 – in attesa di poter anche cucinare domani la gallina stessa, ovvero il relitto. Se la Costa Crociere – o le venture di mare – non ci metteranno lo zampino.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
28 Agosto 2013

Potrebbe interessarti

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora