Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Trieste punta a diventare il primo porto d’Italia

L’ambizioso obiettivo confermato dal presidente dell’Authority Marina Monassi – E la crescita delle merci ha consentito di programmare il taglio delle tasse – Il raddoppio del Molo VII

Marina Monassi

TRIESTE – In trenta mesi il porto triestino avrà una delle più moderne, sofisticate e importanti piattaforme logistiche, grazie al finanziamento di 32 milioni di euro sottoscritto dal Cipe, ai 70 milioni dell’Autorità portuale e ai 30 milioni di un soggetto privato che ne avrà la concessione.
Marina Monassi, presidente della Port Authority triestina, ne aveva già parlato ed ha ribadito tempi e impegni al recente meeting di Rimini di Comunione e Liberazione. Nel dibattito su Infrastrutture e Trasporti con il ministro Maurizio Lupi, Marina Monassi si è dilungata sul piano pluriennale di rilancio del suo porto, che comporta opere strutturali e infrastrutturali per 586 milioni di euro.
[hidepost]“Sarà il concessionario del Molo VII – ha detto il presidente Monassi – a realizzare un ampliamento e riconfigurazione del suo lay-out operativo con interventi che porteranno la capacità del terminal dagli attuali 700 mila teu/anno a 1,2 milioni. A confermare la collaborazione operativa tra pubblico e privato, il presidente Monassi ha citato non solo gli investimenti di quest’ultimo comparto, ma anche il trend di crescita dei traffici portuali: il 45% in più della movimentazione dei contenitori, un avanzo di bilancio di 13 milioni e anche una crescita dell’utilizzo della ferrovia che nel primo semestre di quest’anno ha registrato un aumento del 20% considerato il volume dell’ultimo triennio. Marina Monassi ha parlato anche di un obiettivo molto ambizioso ma non certo fantasioso: diventare entro la fine di quest’anno il primo porto d’Italia per traffici nel loro complesso e il decimo in Europa, grazie anche al crescente sviluppo dei traffici di prodotti petroliferi. “Grazie alla forte crescita dei traffici – ha ricordato Marina Monassi – è stato possibile avviare azioni di riduzione delle tasse in ambito portuale, favorendo così gli operatori e attirandone di nuovi”.
Il porto di Trieste è stato anche pronto a cogliere l’occasione, in ambito crociere, della chiusura dei canali di Venezia alle navi del comparto, chiusura che diventerà effettiva dal 23 novembre per i lavori del Mose: alcune unità della Costa Crociere sono già state “prenotate” dalla stazione passeggeri di Trieste, che sta a sua volta lanciando un programma di potenziamento e di sviluppo.

[/hidepost]

Pubblicato il
31 Agosto 2013

Potrebbe interessarti

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora