Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Anticipare ovvero far melina

LIVORNO – La speranza, la fatica, anche la rabbia, sia pure contenuta dall’aplomb del vecchio gentiluomo: emerge tutto questo dall’intervista di Giuliano Gallanti su La Nazione di martedì scorso, dove il presidente della Port Authority fa il punto delle tante incompiute in “stand by” sulle sue banchine.
[hidepost]Gallanti c’è andato soft nell’accennare agli incroci di burocrazie che rallentano la famigerata “variante anticipatrice” del Comune, elemento sine qua non per arrivare finalmente al varo del nuovo piano regolatore del porto. Ma nei resoconti della stampa quotidiana qualcosa è trapelato, visto che su Il Tirreno si è titolato sbrigativamente “Fumata nera sull’iter del Prg” e si è ipotizzato il ritorno dell’era glaciale tra Palazzo Rosciano – sede dell’Authority – e il Comune sulla pianificazione. Con una puntina di veleno: sembra che il trasferimento del TCO in Darsena Toscana – accenna Il Tirreno – sia possibile già da adesso: perché allora non avviene, liberando la calata Orlando per i lavori della nuova stazione crociere? Insomma, i siluri vanno e vengono, anche se con la testata esplosiva foderata di velluto.
Rimane netta la sensazione che i problemi del porto di Livorno siano, sostanzialmente, problemi di burocrazie inefficienti, o autoreferenziali, o masochiste (scegliete voi): che s’impuntano tra di loro – Regione contro Comune, Comune contro Palazzo Rosciano, Palazzo Rosciano contro tutti o alla ricerca di un compromesso con tutti – su dettagli procedurali mentre il mondo dell’economia corre, corre e corre senza aspettare certo i culi di pietra delle istituzioni “competenti”. E’ il far melina della peggiore tradizione. E il recente attacco della Filt-Cgil al “porto congelato” sotto questo aspetto non è affatto fuori luogo. Ma è arduo anche per la Filt-Cgil prendersi la responsabilità e manifestare il coraggio di smacchiare il giaguaro, ovvero di sparare papale papale nomi e cognomi di chi frena e perché.
C’è un nuovo appuntamento in conferenza dei servizi per il 27 settembre. Sarà la prova del nove. E a quel punto sarà difficile trovare alibi. Per chiunque.
Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
7 Settembre 2013

Potrebbe interessarti

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora