Anticipare ovvero far melina
LIVORNO – La speranza, la fatica, anche la rabbia, sia pure contenuta dall’aplomb del vecchio gentiluomo: emerge tutto questo dall’intervista di Giuliano Gallanti su La Nazione di martedì scorso, dove il presidente della Port Authority fa il punto delle tante incompiute in “stand by” sulle sue banchine.
[hidepost]Gallanti c’è andato soft nell’accennare agli incroci di burocrazie che rallentano la famigerata “variante anticipatrice” del Comune, elemento sine qua non per arrivare finalmente al varo del nuovo piano regolatore del porto. Ma nei resoconti della stampa quotidiana qualcosa è trapelato, visto che su Il Tirreno si è titolato sbrigativamente “Fumata nera sull’iter del Prg” e si è ipotizzato il ritorno dell’era glaciale tra Palazzo Rosciano – sede dell’Authority – e il Comune sulla pianificazione. Con una puntina di veleno: sembra che il trasferimento del TCO in Darsena Toscana – accenna Il Tirreno – sia possibile già da adesso: perché allora non avviene, liberando la calata Orlando per i lavori della nuova stazione crociere? Insomma, i siluri vanno e vengono, anche se con la testata esplosiva foderata di velluto.
Rimane netta la sensazione che i problemi del porto di Livorno siano, sostanzialmente, problemi di burocrazie inefficienti, o autoreferenziali, o masochiste (scegliete voi): che s’impuntano tra di loro – Regione contro Comune, Comune contro Palazzo Rosciano, Palazzo Rosciano contro tutti o alla ricerca di un compromesso con tutti – su dettagli procedurali mentre il mondo dell’economia corre, corre e corre senza aspettare certo i culi di pietra delle istituzioni “competenti”. E’ il far melina della peggiore tradizione. E il recente attacco della Filt-Cgil al “porto congelato” sotto questo aspetto non è affatto fuori luogo. Ma è arduo anche per la Filt-Cgil prendersi la responsabilità e manifestare il coraggio di smacchiare il giaguaro, ovvero di sparare papale papale nomi e cognomi di chi frena e perché.
C’è un nuovo appuntamento in conferenza dei servizi per il 27 settembre. Sarà la prova del nove. E a quel punto sarà difficile trovare alibi. Per chiunque.
Antonio Fulvi
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