Piombino, lavori al via si comincia con il molo
A novembre i primi settori prefabbricati dell’opera foranea – Intanto si segue il conto alla rovescia per raddrizzare il relitto al Giglio
PIOMBINO – Il conto alla rovescia è già iniziato, con tanto di dita incrociate ed abbondanza di scongiuri: perché entro la settimana che viene, se le condizioni meteo saranno favorevoli, si tenterà il raddrizzamento del relitto della Costa Concordia al Giglio, operazione indispensabile per procedere poi al rigalleggiamento entro la prossima primavera.
[hidepost]Le incognite sono molte, anche se è stato fatto tutto il possibile – sottolinea il consorzio Titan/Micoperi – per prevedere ogni ipotesi. I rischi maggiori vengono dal fatto che la fiancata di dritta del relitto, incuneata sulle rocce del fondo, non ha consentito ispezioni approfondite. Dunque: reggerà alle trazioni per raddrizzare lo scafo o si sfascerà mandando tutto all’aria? Dalle simulazioni matematiche l’operazione dovrebbe riuscire. Ma sul come, ci sono quasi infinite variabili.
Nel frattempo a Piombino si corre per essere in condizioni, la prossima primavera, di ricevere il relitto come ha riconfermato il ministro dell’Ambiente essere nei programmi vincolanti del governo. Luciano Guerrieri, commissario dell’Authority fino a tutto gennaio 2014, chiuderà la gara per i progetti delle nuove strutture portuali il 30 settembre. Ci vorranno un paio di settimane per le valutazioni e poi un mese per le autorizzazioni, i nulla osta, gli OK delle cento burocrazie competenti (in questo caso velocizzate al massimo, si spera). A fine novembre dovrebbero partire i primi lavori, che riguarderanno la nuova diga foranea alla quale si dovrebbe “appoggiare” il relitto della Concordia quando, in primavera, tornerà a galleggiare e sarà rimorchiabile. La diga – specificano i tecnici dell’Authority – sarà fatta a sezioni per procedere più celermente, in modo da crearla con una specie di domino, pezzo in aggiunta a pezzo, con il sito per il relitto vicino alla radice per guadagnare tempo. Nel frattempo si scaverà il canale di accesso a 20 metri, con tutte le autorizzazioni dell’Ambiente (e della Regione) già in fase avanzata.
E’ una doppia gara con il tempo, ma Piombino spera di vincerla. Per ospitare la Concordia; per diventare – come vuole il ministero – il primo centro mediterraneo attrezzato per la demolizione delle navi; e infine per il grande salto di qualità che trasformerà il porto di passaggio per l’Elba in una grande realtà mediterranea. Se Guerrieri avrà vinto la sua scommessa, potrà dire davvero di essere tra i protagonisti di un miracolo portuale; che in Italia sarà tra i pochi davvero realizzati.
A remar contro, ancora una volta, più che le scelte ufficiali ci sono i colpi di coda di chi punta al relitto con il supporto – più o meno surrettizio – di Costa Crociere. E’ il caso dei ritorni di fiamma di Fincantieri che nei giorni scorsi ha rilanciato per la demolizione il suo impianto di Palermo. Che potrebbe tornare attuale (ma sia il governo di Roma sia quello regionale di Firenze sono nettamente contrari) solo nel caso che il trasferimento del relitto a rimorchio non si dimostrasse possibile e fosse necessario ricorrere a una nave auto-affondante. Un’ipotesi, ma che non fa certo stare tranquilli a Piombino, a Firenze e nemmeno a Roma. Un’ipotesi che si vedrà quanto possibile solo a rigalleggiamento avvenuto. Se avverrà.
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