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L’Asamar chiede alla Regione d’essere parte attiva sulle procedure

Un impegno per accelarare le pratiche sia a Firenze che a Roma – Dragaggi e Piattaforma Europa

Laura Miele

LIVORNO – D’accordo dibattere sui grandi temi intra-mediterranei, interrogarsi se le navi da 20 mila Teu potranno inserire Livorno nel loro schedule, capire come funziona il mondo dei mega-merger. Ma poi, si chiedono gli agenti marittimi della fascia costiera toscana dell’Asamar, perché dobbiamo continuamente aspettare – in cicli storici – per il semplice dragaggio di una banchina costruita dieci anni fa’?
L’hanno chiesto i vertici dell’Asamar guidati dalla presidente Laura Miele all’assessore regionale ai Trasporti e Infrastrutture Vincenzo Ceccarelli, intervenuto al Forum Euro-Mediterraneo. Mentre nella sala del LEM si dibatteva sulle tematiche mondiali, in una saletta si scendeva sul concreto delle labroniche lamentazioni.
[hidepost]L’assessore Ceccarelli – dice una nota dell’Asamar – si è dimostrato persona molto disponibile nell’ascoltare le varie osservazioni degli agenti marittimi, presenti con alcuni dei maggiori rappresentanti delle varie categorie di compagnie armatoriali; ha inoltre ringraziato il presidente Laura Miele ed il consiglio per l’accoglienza ricevuta.
Il presidente Miele ha introdotto il dibattito ricordando la funzione degli agenti/raccomandatari marittimi quali rappresentanti degli armatori e portatori, quindi, delle loro attese e riflessioni sull’efficienza dei porti; ha ricordato dettagliatamente quali sono le criticità che ancora soffocano il porto di Livorno, quali ad esempio la necessità di dragare i fondali, per non far retrocedere a porto regionale uno scalo, come quello labronico, che vuole al contrario “arrivare alla Nazionale”, facendo una metafora calcistica.
Ceccarelli ha tenuto a precisare che si è molto impegnato per conoscere la nostra realtà, come quella delle altre località portuali toscane e questo, essendo assessore a Firenze e aretino di origine, è stato molto, per così dire, molto apprezzato.
Ha molto insistito sulla necessità di lavorare a tutti i livelli per far andare a regime con il massimo della produttività possibile l’interporto, che lui comprensibilmente interpreta come retroporto.
Alcuni agenti, hanno comunque insistito sulla necessità di collegare anche, in modo maggiore/migliore, il nostro interporto con gli altri presenti nell’entroterra della penisola e dotarlo di ulteriori strutture in modo da farlo diventare “vivo”, e non relegato solo a funzione di deposito.
Convenendo sulla necessità di intervenire immediatamente sui fondali per non perdere la possibilità addirittura di poter accogliere le navi feeder da 7.000-8.000, Ceccarelli ha aggiunto che i passaggi burocratici di approvazione sono stati completati. Rispetto a ciò, alcuni agenti presenti al LEM hanno fatto notare una non perfetta corrispondenza tra ciò che è il pensiero della Regione e quello che è parso di aver sentito al forum. Per cui, visto che non è la prima volta che vengono “rimbalzate” le responsabilità tra un ente ed un altro, è stato proposto che si prenda l’abitudine di riunire insieme i vari enti contemporaneamente, assieme alla categorie imprenditoriali che insistono sul porto di Livorno, per valutare effettivamente la natura di certi incredibili ritardi nello svolgimento di opere fondamentali (escavi appunto) e per poter effettuare, come dire, pubblicamente uno cronoprogramma che poi faccia da riferimento per valutare l’efficacia e l’efficienza dell’attività amministrativa.
Ceccarelli ha accolto con favore la proposta di Asamar ed ha comunque precisato che ciò che non è ancora stato approvato, è stato presentato successivamente rispetto ad altre richieste di autorizzazione. Sulla scorta di ciò, Asamar ha chiesto a Ceccarelli ed alla Regione di potersi anch’essa attivare presso il ministero onde veder di accelerare quelle procedure che impediscono ancora di poter procedere con i dragaggi. Ceccarelli ha detto che già stanno addosso agli uffici di riferimento a Roma ma che non mancheranno di insistere, fino a risultato raggiunto.
Da parte di alcuni storici agenti livornesi, che hanno conosciuto molte stagioni, è stato sottolineato il fatto che, oltre ai numerosi problemi del porto di carattere, per così dire, tecnico, si riscontra una sclerotizzazione di questi stessi problemi, decennio dopo decennio. E’ segno che probabilmente esistono anche impedimenti di carattere più generale che riguardano la logica con cui vengono assegnate determinate responsabilità di vertice che, nel tempo, anche in confronto a ciò che, al contrario, è stato realizzato in altri scali, hanno dimostrato acclarate inefficienze, per cui è giusto che alla Regione vengano ricordate quali sono, più propriamente, le leve su cui agire per muovere le acque in questo nostro contesto per creare una discontinuità che sia nuovamente rigenerante non solo di speranze, spesso mal riposte, ma anche di fatti.
Il paragone con ciò che è accaduto a La Spezia o che è in essere a Piombino – rileva l’Asamar – salta agli occhi. Il tatticismo esasperato che maschera l’inefficienza e l’affidarsi alla rendita di posizione può ad un certo punto rivelarsi inutile, di fronte a chi opera con convinzione e continuità per crescere (ci si riferisce evidentemente soprattutto a La Spezia) e per accaparrarsi traffici, fino a qualche anno fa, insperati.
Sono stati trattati brevemente altri temi come ad esempio la Darsena Europa, a più riprese definita realistica ma che rischierebbe, con i tempi biblici di attuazione che registriamo nel porto di Livorno, di nascere come già inadeguata, soprattutto se non accompagnata da altre opere infrastrutturali che hanno un’urgenza vitale.

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Pubblicato il
20 Novembre 2013

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