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Il TMT di Trieste pronto per le mega-ships

E il grande terminal si avvia a battere il record dei TEU puntando a 500 mila unità

Pierluigi Maneschi

TRIESTE – L’argomento Porto di Trieste sta trovando sempre più spazio, oltre che sui media specializzati anche su altre testate che si rivolgono al grande pubblico. La particolare situazione di questo “porto di frontiera” però – dice una nota di Trieste Marine Terminal – non è sempre facilmente comprensibile nella sua interezza e la velocità con la quale corrono oggi le notizie non sempre consente di dipingere un quadro rispondente alla realtà dei fatti.
E’ il caso di un articolo della stampa locale nel quale si faceva allusione, citando fonti non proprio scientifiche, a presunte difficoltà da parte di TMT – Gruppo T.O. Delta che fa capo a Pierluigi Maneschi – nella futura gestione delle meganavi a causa di equipment ritenuti non adeguati.
[hidepost]In particolare si citavano le nuove gru che sono state appositamente predisposte (una già operativa da due mesi e la seconda con i lavori di upgrading in corso di completamento), proprio per essere in grado di servire adeguatamente le navi da 10.000 teu in arrivo nei prossimi mesi a Trieste.
Le suddette gru, ha precisato il Trieste Marine Terminal con una nota di Fabrizio Zerbini, sono perfettamente in grado di svolgere il loro compito su questo tipo di navi sia per quanto concerne il numero delle file dei contenitori in larghezza che in altezza sul ponte di coperta.
“Le due nuove gru, le più grandi dell’Adriatico, in servizio al Molo VII del Porto di Trieste, infatti, sono destinate ad operare su navi che trasportano fino a 20 file di contenitori in larghezza e quindi con capacità di oltre 13/14.000 teu. Questi “giganti dei mari“ potranno essere serviti anche grazie alla disponibilità dei fondali naturali da 18 metri che caratterizzano lo scalo del Friuli Venezia Giulia che, con questa novità, entra a far parte della ridottissima schiera di porti nazionali in grado di servire questa tipologia di navi. A testimonianza di ciò, è da ricordare l’inclusione di Trieste, unico porto dell’Adriatico, tra i pochissimi porti italiani scelti quale scalo dal costituito Consorzio P3 (Maersk, Msc e Cma-Cgm, le tre maggiori Compagnie di Navigazione a livello mondiale) per le linee transoceaniche.
Entro due anni, inoltre, al Molo VII è prevista la messa in opera di ulteriori due gru – continua la nota – con capacità geometrica da 22 file di contenitori in larghezza e 9 file di contenitori in altezza le quali, unite ai lavori di potenziamento della banchina e ad un ampliato layout del terminal, consentiranno allo stesso di movimentare fino ad 1.200.000 teu su base annua.
Trieste Marine Terminal, uno dei principali protagonisti nello sviluppo del traffico container nel Nord Adriatico, fornisce una gamma completa di servizi di movimentazione, magazzinaggio e trasporto intermodale per i clienti del Nord Italia e del Centro-Est Europa. Proprio grazie al pescaggio naturale lungo banchina più profondo del Mediterraneo (18 metri), nel corso degli ultimi anni TMT ha rivoluzionato la gestione del terminal container di Trieste, investendo fortemente in risorse umane (sono più di 160 i dipendenti diretti) ed attrezzature, garantendo alle Compagnie di Navigazione l’operatività del terminal per 362 giorni l’anno, 24 ore su 24.
Per fondali, posizione geografica, vocazione storica, economica e culturale, infatti, Trieste è la porta più naturale ed economica per la penetrazione dei traffici verso l’Austria, la Germania del Sud, l’Ungheria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia. Il terminal TMT, inoltre, si trova in uno dei Punti Franchi del Porto di Trieste, il che garantisce alla merce ed agli operatori condizioni speciali per le operazioni di sbarco/imbarco, sdoganamento, magazzinaggi e pagamento posticipato di Iva e dazi.
Per quanto riguarda l’operatività sulle meganavi, invece, per rettificare quanto erroneamente riportato dalla stampa locale, va segnalato che al Porto di Capodistria le attuali infrastrutture non consentono di servire navi con più di 18 file di contenitori in larghezza, a causa dello sbraccio limitato delle gru attualmente disponibili, comprese le “nuove“, operative da 3 anni.
“Gli argomenti che riguardano lo shipping e l’attività portuale in particolare – dice il TMT – possono risultare ostici e, se trattati dai media, sono sempre bisognosi di verifiche puntuali, possibilmente da fonti con un minimo di competenza ed affidabilità in materia, in modo da evitare errori che possono fornire immagini distorte della realtà (nell’articolo summenzionato, tra le varie inesattezze anche quella relativa alla filippina ICTSI, che non gestisce il terminal di Capodistria, ma quello di Fiume-Rjieka in Croazia)”.
Ciò che preoccupa, invece sempre per il TMT, è la concorrenza del vicino Porto di Capodistria ed a breve anche quella di Rijeka, dovuta alla possibilità di agire con minor carico burocratico, sia per quanto riguarda le operazioni portuali e doganali, che per il miglioramento dei servizi ferroviari, essendo quello di Capodistria, di fatto, un porto statale con i relativi aiuti che ne derivano. Costo del lavoro inferiore e costi di gestione più bassi rispetto ai porti italiani, di entrambi i succitati scali, fanno il resto ed obbligano TMT, pur avendo costi pienamente “italiani“, a non poter applicare tariffe come quelle decisamente più alte applicate dai terminal contenitori della sponda Ovest d’Italia, essendo confrontata dal mercato con i vicini due porti “unici“ della Slovenia e della Croazia. Come già denunciato proprio da questo Gruppo, la perdita mensile di Teu per il terminal triestino si attesta sulle 5.000 unità, proprio a causa del sommarsi di questi fattori.
Ciononostante, poiché i numeri sono quelli che contano, Tmt e quindi il Porto di Trieste con il Molo VII si avviano a conquistare il nuovo record di container movimentati nel 2013 con circa 450.000 teu e puntano a ripetere l’exploit anche nel corso del 2014 con l’obiettivo di superare i 500mila Teu.

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Pubblicato il
4 Dicembre 2013

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