Piombino e il fantasma di Bagnoli
PIOMBINO – C’è la maledizione della Settima Luna, c’è quella della profezia dei Maya: e a quanto pare, rischiamo la maledizione peggiore e più devastante di tutte, quella della burocrazia nazionale.
[hidepost]Contro la quale tutti tuonano, sulla quale tutti promettono riforme liberatorie: salvo poi perpetuare i suoi “niet” e peggio ancora i suoi striscianti “caveat”.
Sulla vicenda dei nuovi assetti per il porto di Piombino siamo al caso limite. Sia il governo nazionale che quello regionale e quello municipale hanno fatto sfracelli per varare in tempi record finanziamenti, progetti, gare: e poi di rinvio in rinvio della parte giuridico-burocratica stiamo rischiando di andare fuori tempo massimo. Senza che, ovviamente, nessuno tra coloro che ritardano, rinviano, cavillano, corra alcun rischio di essere preso a pedate nel c…o dalla comunità.
Ve lo ricordate il caso dei fanghi di Bagnoli? Anche per quelli, ci furono grandi piani, grandi promesse, grandi stanziamenti: si avviarono le vasche di colmata di Piombino, si parlò di compensazioni sulla viabilità, sulla bonifica delle aree industriali inquinate, di rinascita. Sapete com’è finita: ed è grasso che cola se parte di quei mega-finanziamenti sono adesso recuperati (o recuperabili…) per il nuovo porto della Concordia. Ma il sistema-paese da allora non è molto ambiato. E la paura crescente è che anche il progetto Concordia finisca come il progetto Bagnoli. Brutti pensieri d’inizio d’anno, d’accordo: e speriamo di sbagliarci. Martedì 14 gennaio saremo pronti a cospargerci il capo di cenere.
A.F.
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