Livorno e i containers: eppur si muove…
LIVORNO – La buona notizia per il porto containers di Livorno è che lunedi prossimo 10 marzo sarà aggiudicata la gara per costruire il famoso, tanto atteso “microtunnel” nella strettoia del Marzocco.
[hidepost]L’intervento serve a trasferire a 22 metri di profondità le tubazioni dell’Eni che condizionano sia la larghezza che la profondità della strettoia, e di fatto impediscono il passaggio in piena sicurezza delle full-containers sopra i 6/7 mila teu.
La cattiva notizia, peraltro abbastanza scontata, è che per completare tutti gli interventi necessari a trasferire i tubi Eni nel nuovo microtunnel, resecando la banchina verso la torre del Marzocco per creare una soglia utile a far passare in tranquillità anche le 8 mila teu, occorreranno da due anni a due anni e mezzo. Salvo non si verifichino problemi di stabilità dell’antica torre del Marzocco – il che allungherebbe ancora i tempi – che però viene tenuta costantemente sotto controllo da parte dei tecnici dell’Authority con tutta una serie di verifiche geo-tecniche.
Altra buona notizia, almeno a metà, è che il piano regolatore del porto di Livorno ha già avuto una prima audizione al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, vi sarà riportato con le integrazioni richieste probabilmente venerdì prossimo 14 e potrebbe concludere il suo iter procedurale romano entro il mese; come ultima ipotesi, nella sessione plenaria del Csllpp dell’11 aprile. Nel frattempo va avanti la pratica locale, con la regia della Regione Toscana.
Ma la cosa più importante è che Gallanti e i suoi si stanno già dando da fare per cercare i finanziamenti necessari alla Piattaforma Europa, che lo stesso amministratore delegato di TDT Luca Becce ha recentemente confermato su queste colonne come l’unica soluzione per rimettere Livorno in corsa tra i grandi porti containers. Secondo le prime indicazioni di Modimar, la società che ha progettato la Piattaforma Europa, il costo da preventivare oscilla tra i 500 e i 600 milioni di euro, con un centinaio di milioni necessari per la diga esterna di protezione. Gallanti ha già avuto contatti con la Cassa Depositi & Prestiti che sarebbe disponibile a intervenire, sia pure sulla base di un progetto finanziario articolato e garantito che ha chiesto all’Authority (e che l’Authority sta già studiando). L’alternativa – ma potrebbe anche essere una integrazione ai fondi della Cassa – è quella del project-financing, al quale sarebbero interessati sia il GIP (che ha la maggioranza del TDT) sia investitori stranieri della grande logistica che si sarebbero già fatti sotto.
Strategie, road-map e anche dettagli finanziari più precisi potrebbero arrivare già entro la fine di aprile. Non male come accelerazione, dopo più di cinquant’anni di vana attesa del nuovo piano regolatore portuale di Livorno.
A.F.
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