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Parte (finalmente) il micro-tunnel

Quindici mesi di lavori e poi è previsto un secondo intervento di resecazione del muro di sponda nord – Intanto è pronta anche la radice della sponda Est, ma non utilizzabile per i fondali

LIVORNO – Ci sono voluti ben tre rinvii, per indisponibilità temporanee di membri della commissione: ma alla fine l’attesa gara per la realizzazione del micro-tunnel sotto il canale di accesso al porto industriale, nella strettoia del Marzocco, è stata assegnata. Ha vinto il raggruppamento temporaneo d’imprese Icop/Carlo Agnese per circa 5 milioni di euro. La gara stabilisce che i lavori dovranno terminare entro il maggio 2015, anche se prima della totale agibilità del canale allargato – per cui si realizza il microtunnel – dovranno poi passare altri mesi necessari al ricollocamento dei tubi ENI e agli eventuali interventi sul muro di sponda sotto la torre del Marzocco. Della quale, come è stato pubblicato, si sta verificando la stabilità proprio in vista degli interventi in banchina.
[hidepost]Secondo il segretario generale dell’Autorità portuale Massimo Provinciali “il microtunnel è un’opera strategica per lo scalo labronico, perché servirà ad accogliere i tubi della raffineria dell’Eni e ad allargare la sezione navigabile del canale di accesso”.
Il tunnel correrà tra le due sponde del canale industriali, all’altezza della torre, a 22 metri di profondità con un diametro medio di 3 metri e una lunghezza di 235 metri. Mentre adesso i tubi hanno un andamento a trapezio, nel senso che scendono dai due muri di sponda inclinati, con il nuovo impianto i tubi scenderanno verticali in due pozzi, e correranno quindi sul fondale lasciando libero il canale per tutta la sua larghezza che è quella di superficie, circa 100 metri (contro gli attuali 68 sul fondo). Guadagnare circa 30 metri di larghezza, oltre alla maggiore profondità, è effettivamente strategico perché consentirà di far passare navi larghe fino a 45/50 metri, cioè le famose 8 mila teu di cui Livorno ha tanto bisogno. Nel progetto dell’Autorità portuale, più volte illustrato su queste colonne, c’è anche la resecazione di un tratto del muro di sponda verso la torre del Marzocco, per portare il canale a una larghezza totale di 120 metri sia in superficie che sul fondo: intervento delicato, sia perché sottrarrà – almeno per i tempi dei lavori e quindi del cantiere – alcune aree al Terminal Darsena Toscana, sia perché potrebbe minare la stabilità della antica torre del Marzocco se non fossero prese tutte le precauzioni già da tempo allo studio da parte dei tecnici della Port Authority con il supporto dell’università di Pisa.
Va sottolineato che l’impresa spezzina Carlo Agnese, che ha vinto la gara, è la stessa che ha ricostruito l’ultimo modulo della sponda est della Darsena Toscana: distinguendosi sia per la qualità del lavoro, sia in particolare per la celerità (ha finito con oltre tre mesi di anticipo rispetto ai tempi dell’appalto). Un lavoro, quello sulla sponda Est, che da una parte è importante per la futura delocalizzazione del terminal Calata Orlando dei rinfusi e per il previsto stanziamento degli indonesiani dell’olio di palma: ma dall’altro ha evidenziato lo sfasamento dei vari progetti, perché la banchina è pronta quando il fondale è ancora fermo a un paio di metri, rendendo quindi il bel lavoro di completamento della sponda est del tutto inutilizzabile alle navi.

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Pubblicato il
22 Marzo 2014

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