Da siti SIN a SIR a Livorno
Allentata la stretta su quasi 6 chilometri quadri di porto e di aree a mare – Adesso sta alla Regione e agli enti locali varare rapidamente le regole dei dragaggi
LIVORNO – Ci sono voluti mesi di pressioni, anche esasperate: e interventi a catena di tutte le istituzioni, fino a quello – che ha risolto il nodo gordiano – dell’onorevole Silvia Velo, sottosegretario del ministero dell’Ambiente. Finalmente “habemus papam”: il ministero ha firmato il decreto che riduce notevolmente l’estensione dei siti SIN in porto, svincolando dai feroci obblighi di bonifica circa 6 km quadrati di aree portuali e marittime, passando le principali competenze alla Regione Toscana come siti SIR.
[hidepost]Sia chiaro: la schiavitù delle burocrazie non è certo finita, perché adesso Regione, Comune ed Autorità portuale dovranno (si spera rapidamente) varare il “disciplinare tecnico procedurale” per i passaggi tecnico-amministrativi: e a qualcuno tremano le vene nei polsi pensando che si potrebbe cadere dalla padella nella brace. Però, provando a pensare positivo, il passaggio esclude dai SIN la maggior parte delle aree a terra e a mare – porto compreso, specie nella zona delle vasche di colmata – con speranza di semplificazione anche per le procedure dei dragaggi. Rimangono SIN le aree Eni ed Enel, dove le prospezioni hanno confermato che esistono seri problemi di contaminazione del suolo. Per le aree declassificate invece i livelli di contaminazione sono stati valutati al di sotto dei parametri di guardia. Un contributo importante è arrivato anche dall’impresa Neri, che per le sue aree ha presentato, in collaborazione con Confindustria locale, lo studio richiesto, alla mancanza del quale i burocrati del ministero s’erano attaccati per ritardare il decreto.
Soddisfazione è stata espressa da tutte le istituzioni che hanno contribuito, nel pressing al ministero, al decreto stesso: la Regione, il Comune, la Provincia, l’Autorità portuale, Confindustria (che ha operato, come detto, anche attraverso gli adempimenti chiesti alle imprese che sono insediate in area).
Che cosa cambia adesso, sul piano pratico, per le aree declassificate SIN e diventate SIR? Le istituzioni locali stesse, a cominciare dal Comune, ammettono che non vuol dire “liberi tutti”, nel senso che non ci saranno più normative ambientali: a livello delle attività di bonifica “non cambierà niente”, perché sarà la Regione a doverle garantire.
Però si spera che la burocrazia regionale possa essere più sollecita di quella ministeriale (anche se qualcuno ne dubita…); e prima di ogni altra cosa, si spera che le procedure in atto con la stessa Regione per la variante urbanistica collegata al piano regolatore del porto, e quelle in corso per il piano regolatore portuale stesso, consentano di dare finalmente un colpo d’acceleratore.
In primo piano nelle sofferenze ci sono i dragaggi, determinanti per uscire dal “cul de sac” dei fondali insufficienti per le medie generazioni di navi fullcontainers. Sperando che adesso i tempi davvero siano meno lenti di sempre e che a una burocrazia non si sostituisca una nuova burocrazia. La vicenda dei limiti di altezza a 20 metri che a Firenze volevano imporre per le costruzioni portuali nel nuovo piano regolatore dello scalo, anche se poi superata, ancora brucia…
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