Nogarin, rivoluzione sperata
Collaborazione con tutti: ma poche idee (per ora) sul porto – Frecciate alla Porto 2000: tassare le crociere con i turisti non è giusto né producente – Aeroporto e interporto

Filippo Nogarin
LIVORNO – E’ diventato un caso nazionale, il sindaco “grillino” Filippo Nogarin. Che per di più è un ingegnere aerospaziale, non ha mai fatto politica, non è nemmeno livornese (ci tiene a ricordare che è di Castiglioncello, enclave un tempo dorata degli attori e dei Vip della costa a sud). Ma che si è presentato all’insediamento e alla prima conferenza stampa con la sciarpa tricolore, solo contro tutti. Ovvero: solo nell’assenza più stridente – e diremmo offensiva – della politica cittadina, dei vecchi amministratori della cosa pubblica, dei managers dello stesso palazzo e dei (tanti) presidenti delle istituzioni. Vorrà dire qualcosa?
[hidepost]A chi gli ha chiesto come mai tutte queste assenze, a cominciare dall’ex sindaco Sandro Cosimi, ha risposto cavandosela con una battuta. “Starà riposandosi dopo tanto stress”). Nessun politico “targato” ma tanta gente in sala consiliare del Comune, ad ascoltare il suo primo intervento da sindaco. E tanti applausi, peraltro scontati (“Rinuncio all’auto blu”: applausi. “Non vogliamo tassare, diminuiremo le imposte”: applausi. “Arriveremo a dare il trasporto pubblico gratuito a tutti”: scrosciar di applausi). Troppo facile, mormorava qualcuno nelle ultime file.
Quello che è certo è che Nogarin avrà una valanga di gatte da pelare. Ha attaccato le troppe municipalizzate, ha parlato di città da aprire al turismo (“Assurdo tassare i turisti che arrivano con le crociere, dobbiamo dar loro accoglienza, non bastonate” : un segnale alla Porto 2000, contro la quale tra l’altro ha tuonato in campagna elettorale) ha ribadito il concetto di essere aperto alla collaborazione con il territorio, le istituzioni vicine, e specialmente con la gente. (“Le porte del comune e del mio ufficio saranno sempre aperte”). Ha ripetuto più volte di volere la collaborazione stretta con l’aeroporto di Pisa, ma anche con l’università e “con il sapere”.
E’ sul porto che è stato vago. Comprensibile che non abbia ancora la piena conoscenza delle sue problematiche. Ho provato anche a provocarlo chiedendogli se tra gli assessorati che andrà a creare ce ne potrebbe essere uno anche per il porto. “Per il porto non penso – ha risposto con qualche attimo di riflessione – ma è indubbio che il porto dovrà essere una priorità, come polmone economico della città”. Non mi è sembrato che attribuisse molta importanza all’assenza in sala dei vertici della portualità e degli operatori. Forse non li conosce ancora. “Arriveranno”. Ha glissato anche su un’altra domanda, quella dell’interporto-retroporto Vespucci da inserire nel comitato portuale. Gli abbiamo chiesto se è d’accordo, visto che il sindaco di Collesalvetti Bacci lo chiede da tempo e si era sempre trovato sbarrata la strada dal Comune di Livorno. La risposta è stata vaga, a conferma che il problema non gli è ancora noto. Comprensibile del resto: è appena arrivato, è solo, non aveva a fianco nemmeno un consigliere; punta molto sulla gente livornese che lo ha eletto (o forse che non ha eletto il suo avversario) ma al suo posto non ci farei tanto affidamento. Perché ora sono tutti li ad applaudirlo, quello del popolo: ma basterà il primo affondo concreto (specie quando andrà a toccare i privilegi incancreniti da decenni, dentro e fuori il palazzo) perché questa vittoria da cento padri rischi di diventare una sconfitta. E si sa che la sconfitta è sempre orfana.
A.F.
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