Riparazioni navali, Piombino Vs Livorno progetti e gare ormai in dirittura d’arrivo
Il bando per il complesso dei bacini di carenaggio livornesi e i finanziamenti per l’area delle demolizioni e bonifiche dei grandi scafi nella “porta dell’Elba”- Le priorità dei cantieri Benetti per i maxi-yacht già in costruzione
PIOMBINO – Venti milioni di stanziamento, già confermati dal Cipe e in attesa del nulla osta definitivo di Bruxelles: il comparto delle riparazioni, refitting e demolizioni navali per il porto di Piombino sta prendendo la strada definitiva. E il commissario dell’Authority Luciano Guerrieri ha già avuto consistenti dichiarazioni di interesse di imprese specializzate nelle riparazioni navali non solo locali.
“Confermo che il comparto si sta muovendo – dice Luciano Guerrieri – e che si sono fatti avanti non solo alcuni gruppi di riparatori di Livorno, ma anche altri con caratteristiche e valenza sia nazionale che internazionale”.
L’area destinata alle riparazioni, refitting e demolizioni – anche con l’obiettivo di smontare e bonificare le navi militari obsolete – sarà pronta, secondo le ultime proiezioni, entro la fine di quest’anno, ed è ubicata sulla parte sud del nuovo avamporto (nel plastico che riportiamo), ben lontana dall’area “porta dell’Elba” che ospita traghetti e guarda anche a un futuro porto turistico sotto il poggio Batteria.
[hidepost]Dovrà essere attrezzata e l’impegno per farlo farà parte dell’accordo con i riparatori che intenderanno chiederne la concessione. Così anche per la dotazione di un bacino di carenaggio adatto: l’Authority ha fatto una ricerca di massima in merito ed ha registrato la disponibilità in porti non solo europei di alcuni bacini galleggianti già pronti o rapidamente adattabili, anche di dimensioni ragguardevoli. Sembra dunque che disponibilità di aree, fondali adeguati, caratterizzazione del comparto e finanziamenti dello Stato ad hoc abbiano configurato come compatibile alla pianificazione del nuovo porto di Piombino il comparto delle riparazioni navali senza limitazioni a dimensioni e a tipologie di navi.
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Se le iniziative di Piombino si raffrontano con la guerra in corso a Livorno per la ormai prossima gara – secondo gli annunci della Port Authority – per il comparto dei bacini di carenaggio, appare evidente che ci sia una sovrapposizione di aspirazione, se non di ruoli. Tanto meno comprensibile se si considera che nel piano nazionale della logistica, con la prossima riforma della 84/94 i porti di Livorno e Piombino sono destinati ad essere complementari, e probabilmente gestiti da un’unica Autorità portuale.
Su questa linea, quella della complementarietà, si è mossa l’Autorità portuale di Giuliano Gallanti nel presentare – con la relazione in comitato portuale dell’avvocato Matteo Paroli, dirigente dell’Apl e responsabile del procedimento – i dettagli della prossima gara. In sintesi: il bando sarà pubblicato a metà di questo mese di marzo, la concessione riguarderà “riparazioni di navi passeggeri e mercantili ordinariamente di media dimensione con larghezza massima non superiore a 24 metri” e dovrà essere rispettata “la compatibilità ambientale con le attività residenziali contingue”.
Questi “caveat” del bando sembrano confermare una scelta chiara, peraltro sempre rivendicata dal cantiere Benetti: i bacini a servizio prioritario della stessa Benetti (che sta costruendo a Livorno mega-yacht da oltre 100 metri, vere e proprie navi per le quali i bacini saranno indispensabili), con l’apertura sussidiaria a riparazioni e refitting sia di mega-yacht che di navi di piccola e media dimensione del comparto crociere e mercantile. Per le più grandi, l’alternativa di Piombino rimane – sembra di capire – l’unica percorribile.
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