Le gare gli scenari i timori
LIVORNO – Avanti adagio, anzi quasi indietro: è il vecchio detto ironico di plancia comando, per ordinare il procedere con estrema prudenza, tipico delle navi che operano sulle secche, o nel timore di campi minati.
[hidepost]E’ quanto sta accadendo per la gara del comparto bacini di carenaggio livornesi: la gara è stata bandita, con i tempi giusti per la massima meditazione e con i dettagli studiati al microscopio dall’avvocato Matteo Paroli, si presume per non sparare richieste impossibili e per tener conto delle realtà esistenti. Che vuol dire? Ognuno la interpreti come vuole: il dato di fatto ufficiale è che le dichiarazioni di interesse per la gara vanno presentate all’Autorità portuale entro la fine di giugno, con relative “credenziali” per essere ammessi. Chi sarà ammesso a concorrere presenterà poi il proprio project-financing, sulla base delle richieste che il bando ha già indicato, compresa la progressiva messa in funzionamento del bacinone, le cui condizioni attuali sono quasi da relitto. Nella sostanza, difficile dire quale potrà essere l’impegno di spesa richiesto per vincere la gara. Facile solo dire che i concorrenti non potranno cavarsela con qualche promessa ma dovranno calare le carte. E dovranno essere carte di sostanza, supportate da solidissime garanzie economico-finanziarie.
Ovviamente non è proibito fare ipotesi ed anche esprimere auspici. Nei giorni scorsi, in ambito TAN, c’è stata una interessante matinèe, di cui abbiamo anche riferito, sull’impatto economico delle riparazioni e del refitting nel settore dei grandi yachts. I dati forniti dalla Lusben Craft, che è il braccio operativo del gruppo Benetti in questo settore, sono stati più che convincenti del fatto che c’è un indotto milionario dietro ogni yacht che va ai lavori nell’area livornese; e questo indotto si potrebbe ancora moltiplicare sia con l’utilizzo prioritario del bacinone, sia con una maggiore attenzione della città alle centinaia di persone (equipaggi, specialisti in impianti, arredatori) che ogni yacht ai lavori muove. E’ stato fatto l’esempio del mega-yacht da 120 metri attualmente alla banchina 76 del cantiere, di cui si è già parlato. In questo quadro, ipotizzare che il sistema bacini venga assegnato al sistema Azimut/Benetti con priorità per gli interventi sui mega-yachts ma anche per le riparazioni sulle navi medio-piccole (c’è un accordo con il Consorzio dei riparatori livornesi) credo sia non solo legittimo, ma anche auspicabile. Con un non trascurabile annesso: l’Autorità portuale deve chiudere ormai in tempi ragionevolmente brevi, anche la gara aperta da tempo per la realizzazione del “Marina” nel porto mediceo, cui ha concorso la Spa Porta a mare” di cui ovviamente è socio di grande maggioranza il gruppo Benetti. E’ tutto collegato, e tutto mira a un grande comparto nautico d’eccellenza sotto l’ala del più grande gruppo nautico del mondo. Salvo errori od omissioni, ipotizzare scenari che mettano a rischio questo grande progetto mette paura.
Antonio Fulvi
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