Porto 2000 e la riffa delle poltrone
LIVORNO – Quando imperano le campagne elettorali, c’è sempre da considerare con sospetto promesse grandiose e accuse feroci. Specie quando sono impegnati governi e governatori che vogliono la riconferma. Ricordate l’immortale aforisma di Mark Twain? “Quando il governo comincia a promettere qualcosa, vado a nascondere il portafogli”. Ben più di centocinquant’anni dopo, vale ancora…
[hidepost]E’ dunque con comprensibile scetticismo che in queste ore si commentano sia le dichiarazioni emerse due giorni fa dal comitato portuale di Livorno, partecipato – Rara Avis – dal governatore della Toscana Enrico Rossi, sia le fiammate dei sindacati della Porto 2000, prima scatenati nell’annuncio di un duro sciopero contro l’attuale vertice, poi improvvisamente tutti latte & miele dopo l’assemblea con il presidente Provinciali. In attesa della firma addirittura del contratto integrativo, promesso per la prossima settimana. C’entrano le prossime elezioni? A pensar male si fa peccato, diceva Andreotti, ma quasi sempre s’azzecca.
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Del comitato portuale riferiamo in prima pagina. Della Porto 2000 bastano poche parole: protesta dei sindacati unitari per le temute “esternizzazioni” di un servizio, per la mancanza di garanzie sull’occupazione con la prossima gara di privatizzazione, per il contratto integrativo fermo e la scarsa presenza del presidente Provinciali: il tutto con annuncio di sciopero. Il tutto prontamente rientrato quando Provinciali in assemblea ha smontato tutte le accuse, leggendo anche le clausole della prossima gara in cui si ribadisce che l’occupazione non va ridotta.
E a proposito di gara, il testo finalmente non è più un mistero. In comitato portuale è stato confermato che è a Bruxelles, per l’assenso della UE che dovrebbe arrivare entro 12 giorni, con altri 5 per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale europea. C’è una novità: il valore della società è stato portato a 12 milioni (era stato valutato inizialmente intorno a 7/8), la concessione allungata “almeno” al 2030, e la parte da privatizzare fissata al 66% delle quote azionarie. La minoranza rimarrà alla Port Authority mentre la Camera di Commercio deve ancora decidere per la sua quota. E’ stata anche questa una fiammata elettorale? O come pensano i maligni, si è saggiato un attacco a Provinciali per colpire Gallanti in vista del commissariamento del porto?
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Già. Gallanti e la sua prossima scadenza. La rinnovata liason tra Rossi e Gallanti – ribadita in comitato portuale due giorni fa – dovrebbe portarsi dietro la conferma di Gallanti almeno come commissario fino alla riforma, cioè almeno fino a settembre. Ma c’è anche chi suggerisce di tener d’occhio il ministero, dove circola qualche sommessa voce secondo cui forse come commissario sarebbe più adatto Massimo Provinciali, che della “macchina” dell’Authority sa tutto meglio di tutti; lasciando semmai Gallanti in temporaneo riposo in attesa di una eventuale riconferma a mega-presidente del mega-distretto del Medio Tirreno di cui si strologa. Chiacchiere soltanto? Oppure dove c’è fumo alla fine si scopre sempre un po’ d’arrosto?
Antonio Fulvi
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