Piano Regolatore, ok VIA VAS
Adesso il si definitivo dei ministeri – La soddisfazione del commissario D’Agostino

Zeno D’Agostino
TRIESTE – La Commissione VIA VAS del ministero dell’Ambiente, riunita in seduta plenaria, ha esaminato il Piano Regolatore Portuale dello scalo giuliano. Il piano è stato licenziato con parere favorevole, all’unanimità.
Si resta in attesa – sottolinea l’Autorità portuale di Trieste – che il parere espresso dalla Commissione VIA VAS sia recepito nel decreto di VIA che sarà firmato dal ministro dell’Ambiente di concerto con il ministro dei Beni Culturali.
[hidepost]Anche la Repubblica di Slovenia, nell’ambito della procedura di consultazione sugli impatti transfrontalieri, ha espresso il proprio parere favorevole sul nuovo Piano regolatore del porto.
Soddisfatto il Commissario dell’APT Zeno D’Agostino: “Lo scalo triestino ora può voltare pagina. L’ultimo Piano Regolatore Portuale risaliva al 1957. Finalmente dopo 58 anni, il porto di Trieste potrà disporre di un piano di sviluppo che definisce l’espansione e la razionalizzazione delle aree di quello che sarà il porto del futuro, il porto commerciale e industriale su cui attrarre nuovi investimenti”.
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A che il Propeller triestino, presieduto da Fabrizio Zerbini, ha affrontato in un’importante serata i temi della crescita del porto, riferendosi alle indicazioni che davano per presentato al consiglio dei ministri il testo della “riforma” Delrio (che invece è slittato).
Le linee guida emerse dall’incontro sono riassumibili in alcuni concetti. Il primo: occorre una “regìa nazionale” forte che la faccia finita con gli investimenti a pioggia sui porti e crei una Autorità di sistema centrale di coordinamento (professor Stefano Zunarelli). Il secondo: Trieste è un porto atipico, porta dell’est dove vanno ricollocandosi molte industrie nazionali e non può essere accorpato ad altri scali con vocazioni totalmente nazionali (Marco Spinedi e Sergio Bologna). Il terzo: occorre eliminare l’obsolescenza delle norme nazionali e attuare una politica di sostegno alle imprese che investono nei porti (Marco Sommariva). Quarto: Trieste ha tutto per essere uno scalo internazionale di riferimento ma occorre far presto perché anche in Adriatico c’è chi corre più dell’Italia (Umberto Masucci).
La conclusione di Zerbini richiamano a Trieste come gateway internazionale del nord Adriatico, a pochi minuti di viaggio da Capodistria “dove peraltro sono presenti condizioni economiche, fiscali, di costo del lavoro e di snellezza burocratica e doganale di grande vantaggio rispetto all’Italia”. Da qui la necessità di creare per Trieste le condizioni indispensabili per competere.
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