I cinque “comandamenti” per la riforma dei porti

Accentramento della governance per evitare fughe localistiche, comitati di gestione nei porti, controlli unificati e semplificati nella catena logistica e nuove norme sul finanziamento

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ROMA – Una direzione generale unica per porti e logistica connessa al ministero delle infrastrutture e trasporti, per ovviare allo scarso – o nullo – coordinamento attuale tra sistemi portuali, anche in relazione ai loro progetti di espansione sulle strutture. Un’autorità unica, specie di super-Authority centrale, proprio per pianificare e fare promozione ad di sopra delle logiche localistiche. Un taglio netto dei “parlamentini” delle Autorità portuali, diventati negli anni pletorici e condizionati dagli interessi di categoria, da trasformare in comitati di gestione a fianco dei presidenti e dei segretari generali (con funzioni praticamente da direttori).
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