Ravenna in piena emergenza cabina di regia al ministero
Delrio ha deciso di assumere direttamente da Roma l’impegno di trovare soluzioni – Un porto in forte crescita ma con gravi problemi di spazi e di fondali

Graziano Delrio
ROMA – L’emergenza Ravenna, dopo le problematiche insorte sul “progettone” e la prorompente difesa della programmazione tentata dall’Authority del suo presidente Galliano Di Marco, è sfociata in una “cabina di regìa” nominata dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio all’interno dello stesso ministero. Obiettivo: individuare le soluzioni indispensabili a rimuovere gli ostacoli che stanno frenando i progetti di espansione del porto, sotto pressione per la concorrenza degli altri scali del Nord Adriatico, in particolare quelli della sponda Est e di Venezia.
Il blocco del “progettone” ha di fatto impedito ad oggi che si procedesse all’indispensabile dragaggio di un porto-canale che malgrado le difficoltà “geografiche” è per alcune merceologie il quarto porto d’Italia dopo Genova, Taranto e Livorno.
[hidepost]Con quasi 24 milioni di tonnellate di merci accreditate a consuntivo di quest’anno Ravenna avrebbe bisogno come il pane di ingrandire ed approfondire il suo porto: lo richiedono la maggior parte dei 24 terminal privati che fanno parte dello scalo, tanto che il progetto era di scavare i fondali fino a 14,5 metri fino al nuovo terminale dei contenitori e di realizzare almeno altri 700 metri di banchine. Il tutto bloccato, come ha scritto Di Marco di recente anche su questo giornale, e adesso avocato alla “cabina di regìa” al ministero. Il clima di tensione è confermato anche dal fatto che alla riunione da Delrio per la costituzione del nuovo organo per Ravenna, Di Marco non ha partecipato.
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