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Protocollo ad Ancona per la tutela del lavoro

Un articolato documento sottoscritto da istituzioni e sindacati – Le regole per le imprese e i dettagli sul ciclo delle operazioni

Rodolfo Giampieri

ANCONA – Un importante protocollo per la tutela del lavoro in ambito portuale è stato sottoscritto con le istituzioni e i sindacati nell’ambito dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico Centrale. Una quindicina i firmatari dell’articolato documento presentato ed approvato dal presidente dell’Authority Giampieri (che è stato uno dei tre presidenti riproposti nella prima uscita da Delrio insieme a D’agostino a Trieste e Prete a Taranto).
Il testo parte dalla premessa di garantire il rispetto delle regole “per assicurare pari condizioni di trattamento a tutti i soggetti operanti in ambito portuale”, di promuovere la continuità produttiva e costituire all’interno del porto “un quadro generale di chiarezza e certezza”.
[hidepost]I punti focali del protocollo riguardano i contratti di lavoro nazionali “che costituiscono elementi basilari delle attività portuali”; i piani d’impresa delle società richiedenti concessioni “elementi indispensabili per la valutazione dei livelli occupazionali (e con l’impegno a cicliche verifiche); il ciclo delle operazioni che deve escludere “situazioni di lavoro temporaneo”.
In particolare le parti, dopo un lungo elenco di impegni anche per la formazione, hanno condiviso che:
– Le ordinarie dinamiche aziendali, sia per soggetti autorizzati ai sensi dell’art. 16 della legge 84/1994 che per le imprese operanti all’interno dell’ambito portuale, richiedono la condivisione di iniziative volte a contenere possibili situazioni di esuberi occupazionali tra le imprese che operano nel porto di Ancona. Pertanto, nella dinamica dei rapporti commerciali e di eventuali modifiche degli assetti gestionali delle imprese, dovranno essere attivati tutti gli strumenti di ammortizzazione sociale, di formazione e riqualificazione professionale, previsti dalla normativa, a sostegno dei lavoratori.
– Le parti concordano sulla opportunità di contribuire al mantenimento dei livelli occupazionali in porto attraverso l’utilizzo degli strumenti sopra ricordati, affinché nei casi di necessità di ampliamento degli organici aziendali, sia tenuto conto dei lavoratori in esubero presso altre imprese, se con pari qualificazione professionale rispetto a quanto ricercato. A tal fine le aziende valuteranno in via prioritaria lavoratori espulsi dal processo produttivo e per facilitare tale verifica sarà istituito un apposito albo presso l’Autorità di Sistema Portuale.

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Pubblicato il
5 Ottobre 2016

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