Provinciali bis: normalità e stile
Dal presidente della Porto 2000 avvocato Massimo Provinciali riceviamo.
Gentile direttore, approfitto del fatto che repliche e controrepliche non sono a pagamento per chiederLe di nuovo ospitalità ed aggiungere un paio di elementi al mio commento, da Lei cortesemente pubblicato lo scorso 14 gennaio, all’articolo apparso su La Gazzetta Marittima lo scorso 31 dicembre dal titolo “A Livorno un 2016 in buona crescita”.
[hidepost]Oltre ad aver disinnescato le Sue preoccupazioni in ordine alla gara, alla sana gestione ed alla capacità di comunicazione della Porto di Livorno 2000, vorrei tranquillizzarLa sul fatto che, pur frequentando tutti i giorni il mio Ufficio, non ho notizia di alcun contenzioso con Cilp o con TCO; c’è solo una normale dialettica per una operazione che ha rilevanti conseguenze sulle due società coinvolte.
In secondo luogo, vorrei aggiungere a quanto già detto, che proprio sul terreno della comunicazione, in particolare quella promozionale, rivendico personalmente (avendolo fatto sia in Porto 2000 che in Autorità portuale), il merito di aver superato situazioni di monopolio e di rendite di posizione, cosa che, mi rendo conto, può aver generato in qualcuno un qualche livore.
Quanto alla Sua deontologicamente brutta caduta di stile, non commento, ma temo sia la conferma che, quando si è a corto di argomenti, gli articoli anziché scriverli sarebbe bene limitarsi a leggerli, magari in un buen retiro quale è la splendida Capraia.
Cordiali saluti.
Massimo Provinciali
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Una doverosa premessa, prima di rispondere alla cortese e ancora una volta piccata nota del presidente della Porto 2000. Assicuro ai miei quattro lettori che non c’è alcun gioco di sponda tra il sottoscritto e il pluri-presidente (o meglio: vicepresidente, segretario generale, facente funzione, etc.) per assicurargli ancor più visibilità sulla stampa. Qualche maligno me l’ha rimproverato. Sia Provinciali sia il sottoscritto pecchiamo forse di protagonismo, e ci piace da tantissimi anni stuzzicarci: ma il tutto nel pieno rispetto dei ruoli e specialmente nella speranza di non annoiare i lettori.
Nel merito: non commento il giudizio sulla mia presunta caduta di stile. Lo stile, si sa, è una faccenda assai personale, anche se ci sono principi che dovrebbero essere generali: compresi quelli del comportamento sui luoghi di lavoro e con chi lavora sotto di noi. Pare che nella fattispecie ci sia chi ha da ridire, anche tralasciando i rimbrotti dei sindacati. Ma chi è senza peccato scagli la prima pietra, mi fermo qui. Provinciali è uomo di mondo, intelligente e a volte anche simpatico. L’accenno al mio buen retiro alla Capraia lo conferma. E io gli confermo che mi piacerebbe starci di più a leggere che non occuparmi di lui e delle telenovele sulla sua eventuale successione. Sono un buono, potrei scrivere Parce sepulto (Virgilio, Eneide) ma non disconosco le sue capacità, quindi gli auguro nuovi successi. Magari altrove.
Ah, dimenticavo: ho dato del contenzioso alla “normale dialettica” con Cilp e Tco. Tutto può essere normale, anche l’anormale: si tratta di punti di vista, almeno finché non finiscono al Tar. Temo che dovremo ritornarci sopra. Cordialmente.
Antonio Fulvi
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