A domani l’ardua sentenza
LIVORNO – La domanda, fuori da ogni manfrina, a questo punto diventa la seguente: sul porto di Livorno, che il sindaco Nogarin considera carente di “spirito di comunità”, chi la pensa come lui e chi no? E chi ha, nella realtà, rapporti privilegiati con il sindaco e meno con l’Authority?
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Facile ammettere che la gestione dell’Authority portuale da parte dell’accoppiata Gallanti/Provinciali abbia lasciato alcuni elementi di insoddisfazione. E “alcuni” può anche essere un eufemismo. La guerra degli armatori sui ro/ro, le gare troppe volte rinviate e rimasticate, gli scontri in comitato portuale, i ricorsi al Tar (compreso l’ultimo vinto da Giorgio Neri) la telenovela amara di Lucarelli & C, il disastro del bacinone di carenaggio: sono tutti elementi che hanno avuto ed hanno ricadute negative su palazzo Rosciano. Nel contempo, si può dire che la gestione dell’Authority livornese ha avuto fin dalla nascita, nel 94, periodi di forte travaglio anche con la città, quindi niente di nuovo sotto il sole: da ricordare Marcucci Vs. Lamberti, anche se a posteriori un po’ tutti considerano la gestione Marcucci quella più produttiva e più “con le palle”. Si dirà che erano altri tempi ed è vero. Però.
Con Gallanti, l’Authority ha avuto una audience internazionale di primo piano grazie anche alle sue relazioni personali, mentre c’è chi ha lamentato (e lamenta) sfasature nella gestione della “cucina” quotidiana. Gli scontri tra Nogarin e Provinciali – due spiriti entrambi battaglieri – hanno fatto non solo la cronaca ma anche la storia del porto. Non va dimenticato infine che all’interno di Palazzo Rosciano c’è stata – e rimane – anche una robusta vena critica nei confronti dei suoi vertici. L’hanno chiamata, nell’Authority di oggi, una guerra di bande: eccessivo, ma dove c’è fumo c’è in genere anche l’arrosto. Repubblichette autonome e duramente critiche dall’interno: lo sanno tutti, con nomi, cognomi e rapporti firmati.
Poi c’è la politica, che con la clamorosa sconfitta della storia Pci-Ds da parte dei Cinque Stelle certo non ha calmato le acque. Errori ce ne sono stati da una parte e dall’altra, è scontato. Come ha scritto di recente Massimo Provinciali su queste colonne, “tutto è perfettibile”, l’Authority per prima. Però l’interrogativo di partenza di queste righe resta sospeso: la “comunità portuale” oggi è più con Nogarin – l’è quasi tutto sbagliato, quasi tutto da rifare – (ricordiamo la bonanima di Gino Bartali) o difende Palazzo Rosciano e i suoi portabandiera? L’ardua sentenza non è demandata ai posteri, ma a domani mattina, con il nuovo corso.
Antonio Fulvi
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