I tre “pilastri” Moretto per la Fedespedi

Silvia Moretto
MILANO – Silvia Moretto, neo-presidente di Fedespedi, ha rivolto agli associati il suo intervento che pone l’accento sul programma operativo dell’associazione. Eccone il testo.
Nel raccogliere il testimone del presidente uscente Alberti, desidero ringraziarlo per l’intenso lavoro svolto e per il contributo prezioso che vorrà dare al nuovo consiglio direttivo. Ringrazio anche tutti voi per l’appoggio che mi avete dimostrato e per la fiducia.
Sento la responsabilità di questo compito che è anche una grande opportunità per dare il mio apporto alla nostra categoria. Intendo rappresentare e dare voce alle aziende del nostro settore, articolate in 31 associazioni territoriali, le quali sono un importante punto di raccolta del feedback dei nostri associati, da portare alla Confederazione.
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Parlando con gli imprenditori, negli ultimi mesi e non solo, ritrovo due caratteristiche che penso siano comuni alla nostra categoria. La prima è il coraggio. Il coraggio di operare ogni giorno in un mercato che vede da un lato una clientela che, alla ricerca di efficienza, tenta di portare sulla nostra categoria quote crescenti di lavoro e di attività. Dall’altro fornitori, penso ai grandi carrier marittimi ma non solo, che sempre alla ricerca di efficienza cercano di trasferire quote di attività sulla nostra categoria. Nel contempo, qualcuno si organizza anche per farci concorrenza. Noi siamo coraggiosi equilibristi e problem solver che tutti i giorni lavorano in questo ambito ormai difficile con il sorriso sulle labbra.
L’altra caratteristica è la resilienza, perché l’abbiamo nel nostro DNA: siamo abituati a gestire l’interculturalità nei network internazionali con cui ci confrontiamo, siamo abituati a gestire tante istanze, anche complesse. Siamo abituati a rialzarci dalle cadute e siamo abituati a non mollare mai. Coraggio e resilienza sono le caratteristiche degli imprenditori spedizionieri.
Il mio programma verte su tre pilastri.
La visibilità. Farci conoscere meglio è un tema cruciale. Non siamo noti ai più perché non abbiamo brand che il mercato riconosce. Dobbiamo cercare di colmare questo gap sapendo comunicare chiaramente ed efficacemente che cosa facciamo e qual è il nostro ruolo all’interno della filiera produttiva e logistica.
Obiettivi concreti: gli “intramontabili” quali la semplificazione dei controlli, il dialogo con i Decisori istituzionali, per dare attuazione alle norme esistenti. Sottolineo il momento propizio grazie alle audizioni della logistica del CNEL, su proposta di Confetra, che ci danno l’occasione di contribuire alla normalizzazione e semplificazione del groviglio normativo nel quale ci troviamo a operare tutti i giorni. Il rapporto con le Authority: sappiamo che di recente l’Autorità di regolazione dei trasporti è stata legittimata nuovamente a rivolgersi alla nostra categoria, pertanto la Federazione dovrà porre molta attenzione a come gestire questa fase. Il tema delle infrastrutture, intermodalità, ferrovie, con un’attenzione particolare alla relazione con i nostri “cugini” dell’autotrasporto.
Agli obiettivi conosciuti ormai da anni, si affiancano le nuove sfide. Sembra si stia delineando lo scenario dell’Hard Brexit che ritengo possa essere un’opportunità per il nostro Paese. La digitalizzazione sulla quale le nostre aziende sono chiamate a lavorare. Il fenomeno dell’e-commerce, che cresce ogni anno a doppia cifra, non può essere ignorato, e sulla regolamentazione del quale penso che la nostra categoria possa dare un utile contributo.
Cosa ci aspetta in futuro con le blockchain, che sappiamo essere ancora marginali nel nostro settore ma d’altro canto in pochi mesi sono diventate argomento di estrema attualità e un interessante sviluppo su cui lavorare.
Da ultimo, terzo pilastro, i servizi alle aziende. Perché sappiamo che gli Associati sono prevalentemente aziende medie e piccole e quindi la Federazione deve continuare a potenziare tutti i servizi: di assistenza fiscale e giuslavorista, di formazione ed il Centro studi, quale aiuto nel produrre report e statistiche di supporto alle nostre aziende, che potranno usufruire così di un centro comune di competenze.
Dobbiamo valorizzare il ruolo dei giovani in Associazione. È fin troppo banale dirlo! I giovani ci interessano, sono il nostro futuro, hanno una visione innovativa e un modo di comunicare diverso. Penso sia necessario impegnarci a coinvolgerli.
Vorrei rilanciare Fedespedi Giovani e vorrei proporre questa sfida a tutte le aziende associate, a tutte le associazioni territoriali: proviamo a trovare almeno 20 giovani (sotto i 35 anni) entro fine marzo che possano ricostituire Fedespedi Giovani, senza aspettare, per dare loro compiti e obiettivi specifici, come la comunicazione digitale.
Concludo ringraziando i membri del Consiglio Direttivo per il tempo che metteranno a disposizione dell’Associazione. È una sorta di “give back” rispetto a quanto noi, che siamo tra i fortunati, abbiamo avuto. Sono convinta che il lavoro di squadra sia quello più premiante. Il Presidente è certo una figura rappresentativa ed istituzionale ma il Consiglio Direttivo è il vero motore. Il lavoro di team fa la differenza generando un risultato che è sempre superiore alla somma dei singoli risultati”.
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