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La pandemia e i commissari: più poteri e più risorse

ROMA – Il quarto commissario in Italia alla ricostruzione post terremoto 2016 – scrive l’associazione Italia Nostra di Marche ed Umbria – batte un colpo e sblocca 50 milioni di euro agli Uffici Speciali Regionali della Ricostruzione di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo per il pagamento delle anticipazioni ai professionisti del 50% dei compensi per i progetti di ricostruzione delle abitazioni e degli impianti produttivi danneggiati. L’Ordinanza 94 firmata sabato scorso dal commissario, Giovanni Legnini, è immediatamente esecutiva e da oggi pienamente operativa.

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Italia Nostra esprime soddisfazione per questa iniezione di liquidità nel sistema in un momento in cui alle ben note difficoltà della ricostruzione si è aggiunta anche l’emergenza virus che ha fatto chiudere i cantieri che erano partiti.

Giovanni Legnini è il quarto commissario straordinario alla ricostruzione dal 2016. La sua nomina, dopo quella del professor Piero Farabollini e prima di Paola De Micheli non ha destato grandi aspettative. Già dai tempi del primo commissario Vasco Errani, Italia Nostra ha avuto la sensazione che nelle mani del commissario non risiedesse la possibilità di rendere questa ricostruzione finalmente operativa. La scadenza del mandato del nuovo commissario alla ricostruzione al 31 dicembre 2020, come se essa potesse terminare con la fine della emergenza – prevista per la stessa data – appare l’ulteriore elemento di debolezza insita nel ruolo, stavolta nemmeno sostenuta dalla nomina di un sottosegretario dedicato alla ricostruzione.

La gestione delle calamità, assunta dai livelli istituzionali statali e regionali, non ha previsto all’inizio le risorse necessarie da affidare ai comuni per svolgere al meglio le competenze loro affidate quali i piani attuativi del recupero dei centri abitati. In aree interne già a rischio spopolamento, il vero problema non è solo l’avviare una necessaria ricostruzione ma anche ricreare il tessuto sociale e produttivo del territorio, con il diretto coinvolgimento della popolazione locale.

Inoltre Italia Nostra ritiene che qualsiasi riflessione sulla ricostruzione non possa prescindere da una presa d’atto di alcune criticità: sovrabbondanza normativa; complessità del meccanismo di finanziamento dei singoli interventi tramite mutui rilasciati da istituti bancari privati (e non dalla Cassa Depositi e Prestiti come avvenuto in precedenza); il lentissimo procedere nella redazione dei piani attuativi che di fatto bloccano i cantieri di recupero nei centri storici.

Bene ha fatto il commissario a immettere liquidità nel sistema ma il compito rimane arduo, in un quadro decisamente complesso che richiederebbe una comunità locale più forte. La ricostruzione del Centro Italia distrutto dal terremoto del 2016 dovrà infatti passare anche attraverso la ricostruzione di una comunità.

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Pubblicato il
4 Aprile 2020

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