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Blue Economy Summit un record di partecipazioni

Francesco Maresca

GENOVA – Il summit sulla Blue Economy, che si è concluso ieri 3 luglio, è stato una scommessa: vinta davvero oltre ogni speranza sia per la partecipazione dei relatori, sia per l’approfondimento dei temi, sia infine per il seguito sul web. In particolare migliaia di persone hanno seguito l’evento in diretta sui canali digitali del Blue Economy Summit sul tema delle assicurazioni marittime, anello fondamentale nella filiera dell’economia del mare, come ha sottolineato nell’avvio dei lavori Francesco Maresca, ringraziando The International Propeller Club of Genoa co-organizzatore di questa sessione. “Il coronavirus ha travolto il mondo della Blue Economy anche dal punto di vista dei contratti e delle assicurazioni – ha esordito Giorgia Boi, presidente del club e professore di Diritto della navigazione, che ha poi proseguito nell’illustrare i molteplici aspetti in cui è stato necessario “navigare a vista” sulla base delle regole contrattuali e legali, ipotizzando scenari e soluzioni future, per trovare interpretazioni per evitare contenziosi.

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Nel pomeriggio l’attenzione si era spostata alle professioni dello yachting, settore in cui l’Italia e la Liguria detengono un know-how di altissimo livello nel settore della nautica da diporto. Il mantenimento e lo sviluppo di queste competenze sarà strategico sia per l’economia locale sia per le opportunità di lavoro per le nuove generazioni.

“Il nostro è un settore che lavora tutto l’anno al massimo della capacità produttiva, i due mesi persi non si recuperano” – ha sottolineato Stefano Pagani Isnardi, responsabile ufficio studi di Confindustria Nautica. Il comparto della cantieristica, nel complesso ha tenuto, continuando a lavorare in sicurezza, garantendo la continuità e le consegne, sebbene con qualche ritardo, ma ripartendo prima di molti altri settori e, soprattutto, senza cali negli ordini. Meno bene il settore charter che in parte è dovuto alle limitazioni per non conviventi – spiega Pagani Isnardi – e in parte per la natura della clientela, soprattutto nella fascia di maggior valore: americani, russi, arabi e asiatici, che con il calo dei voli aerei difficilmente potranno raggiungere l’Europa”.

Mercoledì 1° luglio è andato in scena il modello Genova applicato al Ponte del Polcevera. In live streaming da Terrazza Colombo, a partire dalle 10, nella sessione introdotta dal presidente Giovanni Toti e dal sindaco Marco Bucci, si è parlato delle innovazioni tecnico normative che hanno regolato la realizzazione dell’opera e della loro trasposizione per lo sviluppo e delle infrastrutture strategiche italiane. Intervenuti tra gli altri: Maurizio Michelini, presidente, Ordine degli Ingegneri di Genova, Luigi Cocchi, presidente Ordine degli Avvocati di Genova; Paolo Raffetto, presidente Ordine degli Architetti P.P.C. di Genova, Nicola Meistro, amministratore delegato, PERGENOVA e operational director, Webuild (già Salini Impregilo), Andrea Tomarchio, project manager, RINA; Filippo Delle Piane, presidente ANCE Genova, Bartolomeo Giachino, presidente Saimare.

Nel pomeriggio, a partire dalle 15, Francesco Maresca, assessore allo Sviluppo economico Portuale e Logistico del Comune di Genova, ha introdotto la seconda sessione della giornata in cui istituzioni e relatori, prendendo spunto dall’esperienza del Ponte, si sono confrontate su come immaginare e costruire un nuovo modello di governance della portualità e della logistica in grado di competere con la concorrenza internazionale. Hanno partecipato, tra gli altri, Paolo Emilio Signorini, presidente, Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, il sindaco Marco Bucci l’onorevole Marco Campomenosi, Commissione Trasporti del Parlamento Europeo.

Torneremo sui temi delle due ultime giornate nella nostra prossima edizione, anche per riferire sulle conclusioni non solo genovesi ma dell’intero cluster maritimo sui temi nazionali emersi dal summit.

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Pubblicato il
4 Luglio 2020

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