Fondali d’ingresso a Livorno, l’esperimento Alexandra
Abbiamo ricevuto il seguente commento su Facebook dal lettore Franco Tonelli al nostro servizio relativo all’ingresso a oltre -11,50 metri di pescaggio nella strettoia del Marzocco del porto di Livorno con la portacontenitori “Alexandra”.
Quali normative sono state disapplicate per rendere l’esperimento possibile? Oppure era già possibile da prima? E allora qualcuno dovrebbe pagare i danni per non averlo permesso?
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L’esperimento della Alexandra è stato a nostro avviso importante e come abbiamo riferito ha confermato che con le giuste precauzioni l’accesso al porto attraverso la strettoia del Marzocco è possibile anche con un pescaggio superiore ai limiti formali di oggi, che si fermano a -11,50. E si punta a entrare fino a pescaggi a -12 metri, che renderebbero la Darsena Toscana e parte del canale industriale accessibile a una nuova categoria di navi. Abbiamo anche scritto che in alcune occasioni nel recente passato c’erano stati altri ingressi con pescaggi superiori a -11,50, sia pure con le debite precauzioni e a carattere eccezionale. Ma si è trattato di episodi, favoriti da condizioni meteo e probabilmente anche da escursioni della marea (scarse come sappiamo, ma pur sempre presenti anche a Livorno) che non possono essere valutate come casi normali. Come abbiamo scritto poi in altre occasioni, l’AdSP e la Capitaneria di Porto, ciascuna nell’ambito delle proprie competenze di legge, sono quotidianamente impegnate per la sicurezza della navigazione e delle banchine: parlare dunque di danni per le limitazioni d’ingresso, sia passate che in atto, non ci sembra né realistico né tantomeno generoso verso chi si impegna per la sicurezza.
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