Strettoia del Marzocco a Livorno: botta e risposta
Il lettore Franco Tonelli ci ha risposto nuovamente sulla recente autorizzazione all’ingresso nel porto di Livorno con pescaggio fino a 11,50 metri:
“Un servizio regolare di approdo – scrive Franco Tonelli – non può essere legato a maree favorevoli che pure possono e devono essere utilizzate quando necessita.
Il pescaggio massimo di una nave in ingresso deve avere delle garanzie: quindi se il precedente e l’attuale è ed era 11,50 senza aver fatto opere di dragaggio, una nave che pesca 12 metri necessita di un’alta marea di 50 cm: oppure è stata autorizzata una riduzione del battente d’acqua sotto la chiglia o una revisione delle batimetriche che con i moderni strumenti hanno evidenziato maggiori fondali rispetto al passato.”
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Le considerazioni qui sopra esposte sono legittime e condivisibili: ma riteniamo che se l’Autorità Marittima e l’Autorità Portuale, con la collaborazione del Corpo dei Piloti di Porto e dei vari servizi tecnici, hanno stabilito che possono entrare nella strettoia del Marzocco le navi con pescaggio reale fino a 11,50 metri, ci sono evidentemente tutte le garanzie del caso, marea e non marea. Gli esperimenti che nel recente passato avrebbero consentito ingressi anche con pescaggi leggermente maggiori, vanno considerati esclusivamente come esperimenti, qualche volta nemmeno voluti ma improvvisati. Comunque sia, le nuove disposizioni funzionano e sono un indubbio vantaggio per il porto, in particolare per la Darsena Toscana. Che ha come problema principale ormai – e lo ripetiamo da anni – l’assurdo sbocco del Canale dei Navicelli e dello Scolmatore dell’Arno alla sua radice, malgrado la ciclica chiusura delle porte vinciane. Finché questo sbocco non sarà tombato, anche le prospettive della Darsena Europa rimarranno condizionate a ponti mobili e a un solo binario ferroviario del tutto inadeguati ai previsti traffici.
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