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Navigare inquinando meno

Fabrizio Zerbini

TRIESTE – Non c’è una direzione unica, nessuna bacchetta magica ma una somma di interventi che ci porteranno ad abbassare in maniera pesante le emissioni inquinanti nell’arco dei prossimi trent’anni. Lo sostengono gli esperti del settore, alcuni dei quali sono stati ospiti al webinar organizzato dal Propeller Club Port of Trieste in collaborazione con Atena (Associazione di Tecnica Navale) FVG, dal titolo “Carburanti green e neutralità climatica: sfide e soluzioni per il trasporto marittimo”.

«Ad oggi non c’è un’unica direzione sulla quale puntare, ci sono 4-5 categorie di combustibili ma poi infinite possibilità di blend» ha spiegato il primo dei relatori, l’ingegner Giulio Tirelli, direttore business development marine power di Wartsila Italia, secondo il quale ci sono anche altri elementi tecnici per portare avanti la transizione, mentre i combustibili alternativi non vedranno la luce in maniera estremamente veloce.

L’ambizioso obbiettivo della Comunità Europea è quello di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 prevedendo, tra le varie opzioni, una riduzione dell’80%, rispetto ai livelli del 1990, delle emissioni prodotte nei settori dell’energia, dei trasporti, dell’industria pesante e dell’edilizia con un traguardo intermedio del 55% entro il 2030.

Di sistemi ibridi per i motori (elettrico e combustione interna) e delle diverse combinazioni, spesso scelte a seconda del tipo di navi alle quali sono destinati, ha parlato l’ingegner Matteo Dodero, assegnista di ricerca di Costruzioni e impianti navali e marini all’Università di Trieste.

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Anche Dodero ha posto l’accento sulla necessità di implementare le strutture portuali e studiare nuovi combustibili.

Il professor Giorgio Sulligoi, ordinario di Sistemi elettrici per l’energia all’Università di Trieste, ha invece illustrato un primo caso concreto (pure trattandosi ancora di un progetto) per quanto riguarda l’elettrificazione delle banchine portuali.

Il Porto di Trieste, infatti, sta esaminando questa possibilità, anche grazie ad un mix di contributi europei e statali che lo stanno portando verso una vera e propria svolta green.

«L’elettrificazione è possibile se si riesce a farla tramite energie rinnovabili.

La decarbonizzazione si fa, proprio in percentuale alla quota delle energie rinnovabili utilizzate» ha spiegato il professor Sulligoi, che ha poi centrato la relazione sulle diverse tecniche per l’elettrificazione dei porti, sottolinenado come il cosiddetto “cold ironing” sia solo uno di queste.

Una serie di interventi, quelli previsti a Trieste, capaci di coinvolgere l’intero territorio, con diversi attori, alcune criticità da superare e numerose opportunità anche per chi non è direttamente coinvolto col lavoro portuale.

«A Trieste sarà importante affrontare il tema della pianificazione delle reti. Dobbiamo essere certi che le reti a monte siano adeguate. Il controllo non è una questione banale, non si tratta solo di incrementare potenza» ha concluso Sulligoi, che si occupa dell’argomento già da una decina d’anni.

In chiusura, l’ingegnere Stefano Beduschi, dirigente di Italia Marittima, che ha parlato di misure di efficientamento operativo, come parte essenziale per raggiungere gli ambiziosi obbiettivi che si è posto il mondo dello shipping a livello globale.

Tra questi le colonne portanti sono costituite dai servizi di ottimizzazione della rotta sulla base delle condizioni meteo, dall’ottimizzazione dei processi di carico e scarico delle navi, e da cosiddetto “just in time operation”.

In quest’ultimo caso si tratta della sincronizzazione tra voyage plan e operazioni portuali, dell’ottimizzazione della velocità delle navi per ridurre le attese per operazioni commerciali, dell’efficace comunicazione tra porto e nave per disponibilità di banchina e manodopera, tenendo conto dei servizi nautici e delle condizioni meteo dei singoli porti.

La serata, seguita da oltre 120 operatori del settore collegati via web, ha visto anche gli interventi del Comandante della Capitaneria di Porto di Trieste, ammiraglio Vitale, del presidente nazionale del Propeller Club, Umberto Masucci, del presidente della sezione triestina, Fabrizio Zerbini, e del presidente di Atena FVG, Paolo Frandoli.

«A breve la possibilità di fare bunkeraggio con nuovi propellenti sarà uno dei fattori che farà scegliere il Porto da scalare alle compagnie di navigazione» ha commentato il presidente Zerbini richiamando l’attenzione su uno dei punti focali e ancora parzialmente irrisolti della questione «Devono essere attrezzate le navi, per ricevere energia da terra. E per rifornirle si dovrà aumentare, a terra, la produzione di energia elettrica».

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Pubblicato il
21 Aprile 2021

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