Piombino verso il “green port”
PIOMBINO – Bertocci Montaggi è un’azienda di impiantistica industriale, azienda di noleggio gru a Montegemoli (LI) fondata nel 1927 da Ferruccio Bertocci come ditta individuale legata alle attività impiantistiche presso il Cantiere Navale di Livorno.
In rapida successione, grazie alla forte espansione della siderurgia, l’azienda orienta i propri servizi verso gli stabilimenti siderurgici di Piombino, La Magona e L’ILVA. Oggi è tra le imprese più dinamiche e aperte alle innovazioni nel territorio.
La Bertocci, a seguito dell’acquisizione delle centrali termoelettriche CET2 e CET3 di Piombino e condividendo un percorso con l’Autorità Portuale di Piombino, avviò un imponente progetto che prevedeva l’alimentazione delle nuove aree portuali all’epoca in corso di realizzazione.
Dopo due lunghi anni trascorsi ad analizzare e perfezionare lo sviluppo della progettazione ed approfondimento degli studi di fattibilità, pur avendo trovato interessanti soluzioni tecno-operative per l’alimentazione elettrica delle aree portuali, l’ambito piano fu improvvisamente abbandonato dalla nuova istituita “Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale”, insediatasi al posto della vecchia Autorità di Sistema Portuale.
Il piano in questione prevedeva di utilizzare i sistemi elettrici dell’esistente centrale elettrica CET3 (che, elemento da non trascurare, dista poche centinaia di metri dalle nuove aree portuali) con la finalità di alimentare i nuovi insediamenti industriali del Porto di Piombino e per soddisfare le pressanti richieste di General Electric che quale presupposto all’insediamento e al fine di soddisfare le proprie necessità progettuali richiedeva grandi potenze in alta tensione e soprattutto in tempi strettissimi.
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Tale piano, avrebbe inoltre messo in evidenza molteplici aspetti di indubbia rilevanza:
1. Avrebbe consentito un’efficace riconversione di una parte degli impianti della centrale CET3, posta in conservazione a seguito della dismissione dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico;
2. Avrebbe garantito investimenti e ricaduta occupazionale sul territorio;
3. Avrebbe consentito di risolvere definitivamente il problema delle alimentazioni portuali di Piombino, anche nel caso di richieste di elevata entità.
Sarebbe stato senza dubbio alcuno un progetto innovativo che, sulla scia dei principi fondanti dell’Accordo di Programma all’epoca siglato, avrebbe recuperato importanti infrastrutture ed impianti esistenti per renderli di nuovo utili per la collettività.
Pur tuttavia, con la dipartita di General Electric e la conseguente perdita di una grandissima opportunità di diversificazione per Piombino, malgrado l’impegno profuso, il progetto venne accantonato e passati 5 lunghi anni, le aree portuali in questione continuano ancora oggi a soffrire della mancanza di un sistema di alimentazione elettrica adeguato alle esigenze operative e di sviluppo del porto.
Questa breve prefazione è stata necessaria per inquadrare la nuova opportunità che Piombino non dove assolutamente perdere.
Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che è in corso di approvazione in questi giorni – ci scrive la Bertocci – rappresenta un’importante opportunità da cogliere per poter rilanciare il Porto di Piombino con l’attuazione di importanti progetti finalizzati alla transizione energetica.
Basti pensare all’imponente stanziamento che il governo prevede di attuare in particolare su questi due campi:
Rivoluzione verde e transizione ecologica: 59,33 miliardi; Infrastrutture per una mobilità sostenibile: 25,13 miliardi.
È indispensabile quindi intercettare progetti ambiziosi che possano consentire un rilancio del nostro porto.
Davanti a questa realtà che si sta delineando davanti a noi è di fondamentale importanza guardare le aree portuali italiane che hanno già attivato un percorso virtuoso in tal senso come il Porto di Genova, Ravenna e quello di Trieste e quindi anche Piombino deve “velocemente” attuare un proprio progetto “ verde” volto alla Transizione Ecologica.
In questo contesto si colloca nuovamente la centrale CET3 – continua la nota – e le opportunità che essa ancora detiene e che è pronta ad offrire al nuovo Porto di Piombino.
Importanti infrastrutture sono presenti nella centrale CET 3 utili per centrare una valida riconversione.
Ci è doveroso sottolineare – dice Bertocci – che Piombino, nell’ottica di uno sviluppo Green, può rappresentare una grande opportunità poiché:
• Ha una dimensione che rende relativamente semplice l’intervento;
• La CET 3 è vicina alle aree portuali e dotata di tutte le infrastrutture utili al progetto;
• Il porto ha bisogno di energia elettrica;
• I nuovi insediamenti produttivi attesi sul porto hanno bisogno di energia;
• Piombino è “Il porto per eccellenza” dell’Arcipelago Toscano e a maggiore ragione deve cogliere la portata degli interventi Green ports che sono integrati con i progetti di elettrificazione delle banchine “cold ironing”.
È evidente che tali opportunità possono svilupparsi solo con una visione istituzionale integrata pertanto stiamo cercando di avviare i contatti ed interlocuzioni con la nuova Presidenza dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale al fine di promuovere un nuovo progetto Green che potrebbe includere al proprio interno anche il “cold ironing”, tramite l’impiego degli impianti elettrici della centrale CET 3.
Questa nuova opportunità, che ha il vantaggio di una pronta realizzazione – conclude l’azienda – potrebbe aiutare Piombino a diventare un modello dei nuovi Porti Green italiani.
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