Quando la burocrazia impera

CAPRAIA ISOLA – È, se vogliamo, una piccola storia di una piccola isola: quelle storie che non finiscono sui giornali né vengono in dibattito nei parlamenti, non diciamo nazionali ma nemmeno regionali e provinciali. Eppure sono piccole storie che condizionano la vita delle piccole e piccolissime comunità, proprio per questo da tutelare.

La storia riguarda lo scivolo per le barche da pesca – mezza dozzina, con poco più di una ventina di pescatori – realizzato due anni fa dall’AdSP del Tirreno Settentrionale nel quadro della bonifica e rifacimento del piccolo porto-rifugio dell’isola. Rifatte le banchine, potenziato il frangiflutti, modificato e migliorato l’attracco del traghetto (prima era di poppa, insostenibile d’inverno con le grecale), messi a norma scarichi, bitte, parabordi: insomma un lavoro importante, nel quadro del quale è stato anche rifatto il vecchio ormai pericoloso scivolo in cemento per la manutenzione delle barche da pesca e per varare i piccoli scafi di servizio del marina. Solo che fatto lo scivolo, non si riesce a utilizzarlo perché il fondale d’accesso è di pochi centimetri: e per approfondirlo a un metro, come richiedono i pescatori, l’AdSP sta passando un calvario di ben sedici autorizzazioni da parte di sedici enti e istituzioni diverse. Invano anche il Comune ha sollecitato, invano i tecnici dell’AdSP tempestando, forniscono dati, riferiscono ispezioni: l’elenco si allunga di volta in volta, e su 15 autorizzazioni faticosamente arrivate la sedicesima è sempre in ballo.

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