Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Bacini di Livorno: è l’ora della verità

LIVORNO – Scaduti i termini per eventuali nuovi ricorsi, la gara che ha visto assegnare la gestione dei bacini di carenaggio labronici al raggruppamento tra Azimut/Benetti e i Riparatori Navali è definitiva. Completare le pratiche burocratiche per la consegna – e ci sono già volute settimane, viste le borboniche complicazioni cartacee della cosa – si potrà conoscere anche la tempistica che comporta la riparazione e messa in opera del grande bacino in muratura, pezzo forte (e insieme massimo impegno economico) del sistema stesso.

[hidepost]

Come noto, nello studio commissionato ormai parecchi anni fa al RINA per valutare la rimessa in funzione del bacinone, si era parlato di un impegno economico intorno ai 20 milioni di euro. Nel frattempo ai danni si sono aggiunti altri danni, compreso l’affondamento della barca-porta, che dovrà essere totalmente ricostruita. Da rifare anche il sistema elettrico, quello idraulico e probabilmente anche da risanare alcune delle parti in murature, le taccate e tutto quanto oggi non è visibile in quanto allagato. Tutto lascia pensare che ci vorranno almeno un paio d’anni di lavoro prima di poter parlare di apertura. Analogamente dovrà essere completato anche il collaudo a portata totale del bacino galleggiante “Mediterraneo”, che fino ad oggi ha operato solo con un massimo di portata inferiore a quello di progetto.

Quali lavori potranno essere svolti nei due bacini labronici? La gara indicava un utilizzo per la grande nautica e per le navi medie, il che può sembrare anche abbastanza vago: tanto che con la consegna dei bacini dovrebbe arrivare l’ora della verità. Risolta anche in questi giorni l’altra cordata che aveva partecipato alla gara, la Jobson, avrebbe prospettato attraverso un suo portavoce locale la possibilità di collaborare alla rimessa in opera del bacinone garantendo anche un carico di lavoro tra i più sostanziosi, compreso quello di una ventina di navi della Grimaldi che Jobson avrebbe in cantiere. La possibilità di un accordo tra i due grandi gruppi aprirebbe la strada a importanti carichi di lavoro oltre quelli già assicurati da Benetti: ma chi ha vinto la gara ha il pallino in mano e per adesso, anche su domanda che abbiamo fatto, non si pronuncia.

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
24 Novembre 2021
Ultima modifica
25 Novembre 2021 - ora: 10:03

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora