Formazione dura protesta contro la UE
ROMA – “Chiediamo al ministro Giovannini di sospendere il varo del decreto di recepimento della direttiva (UE) 2019/1159 e di aprire immediatamente un tavolo di confronto. Diversamente, saremo costretti a manifestazioni di protesta e in ogni caso a non osservare le assurde disposizioni del decreto, poiché non possiamo certo perdere il lavoro e mettere a repentaglio la vita di centinaia di famiglie in una situazione già gravissima a causa degli effetti della pandemia. Non intendiamo perdere il lavoro a causa del comportamento scorretto e superficiale del Ministero.” Questa la ferma presa di posizione degli armatori costieri aderenti alla Associazione Italiana Armatori Trasporto Passeggeri (AIATP) e alla Associazione Cabotaggio Armatori Partenopei (ACAP), sostenuta dai sindacati CISAL e FEDERMAR.
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Le suddette associazioni di categoria e i sindacati hanno denunciato nei giorni scorsi “la grave scorrettezza del Ministero nei lavori di recepimento della direttiva sulla formazione della gente di mare”: la 8a Commissione permanente del Senato, in sede di espressione del parere reso nella seduta del 6 ottobre 2021 sullo schema di decreto legislativo concernente il recepimento della direttiva (UE) 2019/1159 in materia di formazione professionale della gente di mare, considerando fondate le criticità segnalatele rispetto all’articolo 2 dello schema di provvedimento, aveva formalmente invitato il governo a convocare le rappresentanze delle parti interessate, proprio ai fini della revisione e riformulazione dell’articolo 2 dello schema di provvedimento. L’Associazione Italiana Armatori Trasporto Passeggeri, ACAP e le suddette rappresentanze sindacali avevano conseguentemente chiesto con lettera del 7 ottobre 2021 al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili di essere convocate con urgenza, vista l’estrema importanza della questione per il settore. “Ebbene, a fronte di tutto ciò,” hanno denunciato i presidenti di AIATP e di ACAP nonché i rappresentanti delle suddette associazioni sindacali, “abbiamo appreso il 4 novembre che lo stesso giorno il Ministero ha portato lo schema di decreto legislativo in Consiglio dei ministri per la definitiva approvazione, senza convocare preventivamente le associazioni e le rappresentanze sindacali come da invito proveniente dalla 8a Commissione del Senato. E solo l’8 novembre, guarda caso a cose fatte, abbiamo ricevuto l’invito di un funzionario del Ministero ad una riunione che abbiamo rifiutato, trattandosi di un invito senza senso visto che la convocazione richiesta il 7 ottobre 2021 era finalizzata alla riformulazione dell’articolo 2 e che il decreto è invece già stato mandato in approvazione definitiva.” “Fare passare un provvedimento sotto silenzio sfuggendo al confronto” – hanno denunciato ancora i presidenti di AIATP e ACAP e i rappresentanti delle suddette associazioni sindacali – “è una cosa molto grave e non fa altro che aumentare il clima di diffidenza e di sfiducia verso le Istituzioni, che dovrebbero per prime dare esempio di correttezza e trasparenza verso gli operatori del settore e metterli in condizione di potere lavorare. Siamo a dir poco sconcertati da questo comportamento, che finisce oltretutto per ingenerare il dubbio che su questa questione esistano interessi personali all’interno delle varie articolazioni del Ministero.”
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