Il caro energia sui porti italiani
È una domanda ricorrente da parte di chi lavora sui porti: ovvero, quanto incide il caro energia sui lavori in banchina? Ecco un quesito di un portuale di Civitavecchia:
Siamo in tanti qui nel porto di Roma più importante a chiederci fino a che punto arriverà il prezzo del gasolio, che serve a tutti noi per i nostri mezzi di banchina. Oggi il gasolio costa più della benzina e continua a crescere: e anche se la politica accusa i petrolieri europei, ci dicono i marittimi delle navi americane che anche negli USA ci sono gli stessi aumenti. Allora non è solo una questione di speculazioni nazionali e di accise alle stelle…
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Il tema è complesso ma nella sostanza quasi tutto il mondo, compresi i paesi che son produttori di greggi, stanno registrando costi in aumento. Ci sarà probabilmente anche speculazione, che non manca mai quando ci son settori in affanno: ma è chiaro che la politica delle fonti energetiche, con tutte le spinte al “green” ad ogni costo che sono state amplificate dai movimenti ambientalisti (il “gretismo” ora si è zittito, ma fino a pochi mesi fa era trionfante) sta presentando il proprio conto. Ci chiedete quanto incide sui costi in banchina il caro energia: considerando che le grandi portainers sono elettriche, che i terminal hanno potentissime torri faro, che i parchi Reefer succhiano corrente elettrica e che i mezzi di movimentazione in banchina vanno a gasolio, è chiaro che il costo operativo sta andando alle stelle. E tutti si riflette sull’intera catena logistica, come si sta vedendo in questi giorni con il dramma dei TIR.
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