Tre le scelte storiche per il porto di Livorno
Sono attese decisioni sull’Alto Fondale per le crociere, sulla privatizzazione della Porto 2000 e sul destino del superbacino di carenaggio
LIVORNO – Il comitato portuale dell’Authority labronica dovrebbe essere convocato per giovedì 11 ottobre, per quella che sarà la ripresa ufficiale delle attività post estive. Vi si parlerà anche delle proposte di istallazioni industriali sulla sponda est della Darsena Toscana, sulle quali sta per partire un dibattito che certamente non sarà breve.
In realtà Gallanti e Provinciali, rientrati dai primi di settembre, anche se il primo è stato spesso impegnato in attività esterne, tra Roma (Assoporti) e Bruxelles (servizi portuali, commissioni europee, eccetera) stanno pensando anche a problemi assai più complessi.
[hidepost]Provinciali infatti ha operato per preparare non solo il comitato portuale, ma anche e specialmente la prossima discussione del POT (piano operativo triennale) che andrà approvato entro novembre o dicembre, avendo già usufruito di un rinvio.
Nessuno ancora l’ha detto ufficialmente, ma sul POT si misureranno alcune delle scelte che l’Authority (e non solo nella attuale gestione) ha continuamente rinviato. E sono scelte di lana caprina, nel senso che fino ad oggi chi ha provato e cimentarsi sui relativi temi ha fatto marcia indietro o ha rischiato la lapidazione.
Il primo e più urgente tema è decidere quando e come passare l’Alto Fondale alle crociere, dirimendo la brutta diatriba con la Compagnia-Impresa dei portuali. Che l’Alto fondale debba diventare il terminal principale delle crociere era scelta già fatta: solo che né l’Authority né il Comune – che ci mette becco in quanto competente della pianificazione sul waterfront – sono stati capaci di concretarla. I tentennamenti sono costati la perdita delle crociere “di testa” di MSC per il 2013, ma non solo: c’è il rischio concreto di perdere altre compagnie, che sono allettate in particolare dalla prossima entrata in servizio dello splendido terminal crociere di La Spezia. Urge dunque ufficializzare la decisione, dando modo alla Porto 2000 di organizzare un terminal crociere come si deve almeno per la stagione 2014: che potrebbe anche veder realizzata la proposta di Roberto Piccini di avere la Fortezza Vecchia come prestigiosa “location” per le crociere.
Il secondo tema che il POT deve affrontare è direttamente conseguente: la privatizzazione della Porto 2000. Gallanti è convinto che vada avviata al più presto, almeno sugli atti formali: altrimenti ogni decisione relativa alla società delle crociere potrebbe sembrare viziata dal fatto che l’Authority ne possiede la maggioranza, rasentando l’illecito. A quanto ci risulta, la privatizzazione potrebbe avvenire dismettendo una parte e non tutte le quote: rimanendo quindi l’Authority con una minoranza di controllo nella società.
Last but not least c’è il problema del bacinone di carenaggio. Ad oggi, malgrado la favola innescata dal governatore Rossi di un suo utilizzo per il relitto della Costa Concordia, il bacinone è un … non luogo, per usare un termine caro agli architetti. E la furbata di Gallanti di chiedere al ministero che farne, sapendo che Roma si guarderà bene dall’assumersi ogni responsabilità e quindi di rispondere, non può andare avanti in eterno. Di recente, in margine a un convegno Cgil sul lavoro, il governatore della Toscana Rossi e il segretario generale della Cgil Camusso hanno incontrato i vertici del cantiere Azimut-Benetti che hanno ribadito il “niet” a un bacino riattato per le riparazioni navali, ammesso che ci siano ancora per Livorno. Il cantiere preme per farne un bacino per i mega-yacht o meglio ancora una darsena per gli stessi. I riparatori livornesi superstiti da parte loro minacciano sfracelli, sulla base di un esposto che da anni giace presso la magistratura locale. Insomma, anche per il superbacino è tempo di decidere. E Gallanti, che ha in mano il cerino acceso passatogli dai suoi predecessori, questa volta deve farlo. Costi quel che costi (e che costerà non c’è dubbio).
Antonio Fulvi
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