Terminal LTM Cilp riduce entra Unicoop
LIVORNO – L’atto formale ancora non c’è – o almeno, non c’era al momento in cui andiamo in macchina – ma la lunga, stressante, sotto certi aspetti assurda – diatriba tra i due soci dell’LTM sarebbe avviata a conclusione. Il Terminal Livorno Mediterraneo, di proprietà al 50% della Cilp e per l’altro 50% dell’Agemar presieduta da Fabio Selmi di Csa, sta per vedere il passaggio del 25% delle quote dei portuali: il 20% andrà alla Unicoop Servizi presieduta da Maurizio Lucarelli, il 5% residuo all’Agemar. Il controvalore della vendita si dice vicino a 2/3 milioni di euro. L’atto è già pronto, la firma definitiva aspetta solo le ultime limature perché la Cilp, a questo punto, insisterebbe per vendere tutta la sua partecipazione o almeno il 40% delle quote per far più cassa.
[hidepost]C’è anche la vicenda di casa Lucarelli: sembra che volesse entrare nell’LTM anche Cristiano, l’ex calciatore già attore dell’operazione Terminal Unicoop sul viale da Vinci, ma sia Agemar che Cilp gli avrebbero risposto negativamente.
Sia Selmi, sia Enzo Raugei della Cilp, sia il presidente del consiglio di amministrazione del terminal LTM si mantengono sulla trattativa molto riservati. E c’è da capirli: si tratta di una delle più lunghe e singolari vicende del porto labronico, che ha visto da almeno due anni i due soci paritetici scontrarsi a tutti i livelli per il controllo del terminal. Si è arrivati anche al rifiuto di approvare il bilancio da parte della Cilp, mentre il terminal – che in passato ha avuto exploit economici rilevanti – sia pur soffrendo della crisi dei ro/ro, si è mantenuto con bilanci non deficitari e punta a rilanciare una volta risolto il conflitto interno.
Bisognerà comunque capire se l’ipotesi di cessione di cui si parla (55% che rimane all’Agemar degli operatori privati livornesi, 25% che rimane alla Cilp e l’altro 20% all’Unicoop Servizi forse con il supporto della Lega delle cooperative) sarà la migliore per il rilancio del terminal, che opera nella vecchia Darsena 1 del porto industriale ed è specializzato nei ro/ro. Negli ultimi tempi altre realtà locali e non hanno eroso il “capitale” di linee dell’LTM e come sempre i recuperi sono difficili, specie in tempi di crisi. Ma un assetto non più conflittuale, con la comune volontà dei soci di cooperare per il rilancio, potrebbe essere la carta vincente.
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