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Grandi lavori alle dighe dell’avamporto e si prospetta una bocca sud più larga

Da due giorni l’impresa Sales è impegnata nella più grande “manutenzione straordinaria” dell’ultimo ventennio – Completata anche la nuova protezione alla darsenetta della scuola vela per disabili nel Mediceo

La piccola darsena della scuola vela disabili con la diga allungata.

LIVORNO – Rafforzamento e riparazione delle più importanti dighe dell’avamporto e allungamento e rifiorimento del moletto della piccola darsena per la scuola vela dei disabili in testata del Mediceo. L’Autorità portuale di Giuliano Gallanti ha cominciato l’anno con due importanti opere destinate a migliorare la tenuta alle mareggiate in avamporto. In particolare, per le dighe foranee si tratta di un intervento che ha precedenti solo negli anni settanta.
[hidepost]Un’ordinanza della Capitaneria di porto ha dato il via ai lavori da lunedì scorso; lavori che andranno avanti fino a tutto luglio, con l’impegno di una decina di mezzi nautici della ditta Sales tra rimorchiatori, bette e pontoni. Per il rifiorimento di parte delle due dighe interessate – la diga della Meloria, che protegge l’avamporto dai venti di sud e di libeccio, la curvilinea nella parte a nord che lo protegge dal maestrale – saranno utilizzati anche i massi da anni depositati sulla pseudo-banchina della curvilinea stessa. Parte dei blocchi di cemento che erano sulla curvilinea sono stati anche utilizzati per i lavori – completati sabato scorso – di rifiorimento ed allungamento della piccola diga che protegge la darsenetta della scuola vela per disabili, subito sotto la torre dell’Avvisatore: lavori che hanno impegnato per quasi un mese la cooperativa San Martino e che consentiranno alla scuola vela dell’Assonautica di meglio gestire la sua scuola permanente con le imbarcazioni abilitate ai diversamente abili modelli 2.4 e Martin 16. Tra l’altro, per la scarsa protezione che fino a ieri il moletto aveva offerto dalle mareggiate in avamporto, uno dei pontili galleggianti per l’imbarco dei disabili sulle barche della scuola era andato recentemente distrutto.
I lavori di manutenzione alle due dighe foranee sono ovviamente ben più sostanziosi e importanti per il porto. Ed hanno richiesto una lunga pratica. Si è partiti dal 6 aprile 2011 con la prima autorizzazione: il che la dice lunga sui tempi con i quali la burocrazia opera per opere pubbliche di notevole importanza per il porto e per la sua qualificazione.
Secondo l’ordinanza emessa dalla Capitaneria, l’intervento sulle due dighe foranee consisterà nel consolidamento del piede della scogliera esterna (diga della Meloria) utilizzando i massi presenti sulla banchina della Curvilinea. Il consolidamento esterno della stessa Curvilinea è più consistente e richiederà in particolare la chiusura degli “sgrotti” scavati dalle mareggiate: vere e proprie caverne che stanno mettendo a rischio la tenuta di alcuni settori della diga stessa. Una volta chiusi gli “sgrotti” dovrà anche essere ricostruita con strutture di rinforzo la diga stessa la dove più evidenti sono i cedimenti.
E’ stato fatto già notare dagli esperti che l’esame delle planimetrie allegate all’ordinanza della Capitaneria conferma come per la Curvilinea l’intervento sarà limitato a due terzi della sua lunghezza, partendo dal fanale Nord ma escludendo l’ultimo terzo verso sud, quello che interessa l’ingresso sud dell’avamporto.
Perché questa scelta, visto che anche questo settore è interessato dal degrado? In mancanza di conferme ufficiali, si può pensare che l’Autorità portuale stia studiando il progetto, più volte sollecitato anche da un esperto come il comandante Angelo Roma (ex Zim) di “tagliare” almeno una cinquantina di metri della diga dal fanale sud per allargare definitivamente la bocca dell’avamporto. L’allargamento, insieme al dragaggio di circa 400 mila metri cubi di fanghi tra il “biribisso” davanti al Morosini, la diga della Meloria e il terminale accorciato della Curvilinea, faciliterebbe enormemente la rotazione in manovra delle grandi navi in entrata e specialmente in uscita: dando una chance in più per il Terminal darsena Toscana, che proprio per le due strettoie che la condizionano (bocca sud e canale del Marzocco) oggi deve rinunciare alle navi portacontainers delle ultime generazioni.

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Pubblicato il
13 Febbraio 2013

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