Al Propeller la crisi dei “Nautici”
Le relazioni del comandante Bergamini (Carboflotta) e del preside Mumolo

Nella foto (Laura Bolognesi): Fiorenzo Milani con i relatori Mumolo e Bergamini.
LIVORNO – Le occasioni perdute, ovvero le carenze formative che gli istituti nautici italiani denunciano in confronto ad altre scuole simili molto più pragmatiche e legate alla realtà attuale. E’ stato questo il tema dell’ultimo incontro al Propeller Club livornese, dedicato al glorioso nautico “Cappellini” – un secolo e mezzo di vita – ed introdotto dal presidente Fiorenzo Cino Milani. Sviluppato dagli interventi di Emanuele Bergamini (Carboflotta) e di Francesco Mumolo (storico preside del Cappellini, da tempo in attivissima pensione), il tema dell’impiego dei diplomati degli istituti nautici italiani si è poi frammentato nei mille rivoli dell’istruzione superiore all’italiana, della concorrenza lavorativa all’interno della stessa comunità europea, delle oggettive esigenze di una preparazione pragmatica e non solo teorica, dalle alternative che stanno avanzando anche in Italia con i corsi di preparazione all’Accademia della Marina Mercantile di Genova, eccetera.
[hidepost]Il dibattito è entrato anche nel vivo della più generale concezione dell’istruzione superiore nelle scuole italiane, ancora sbilanciata – è stata la tesi dei relatori – a favore delle nozioni umanistiche mentre il mondo del lavoro richiede anche e specialmente una formazione professionale pragmatica, tecnica e matematica: fatta da docenti che siano a loro volta tecnici e pragmatici, che conoscano la materia non soltanto sui libri ma che abbiano navigato e siano stati a bordo nelle varie mansioni. Altrimenti non se ne uscirà più.
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